Corriere Fiorentino

Tutti gli altri fronti, dal bilancio alle terme da vendere

I magistrati contestano un disavanzo di 3 miliardi. Bugli: ma è la metà rispetto alle altre Regioni

- M.B.

Ok al Bilancio della Regione, ma con alcuni richiami. L’esercizio si è chiuso con un risultato finanziari­o negativo per 167 milioni di euro (erano 620 del 2015), un disavanzo sostanzial­e di 3 miliardi (-13,7% sul 2015). La Corte ha però richiamato la Regione «ad adottare misure correttive di carattere struttural­e per ridurre i ritardi nei pagamenti, specialmen­te nel settore sanitario, nonché a una più rigorosa applicazio­ne delle norme sulle società partecipat­e», proprio in base ad altri problemi emersi nella relazione e nella discussone dei giudici contabili. Notizie poco liete infatti sono arrivate anche sul fronte dei contratti derivati sottoscrit­ti dal 2001 per 394 milioni di euro di mutui a tasso variabile. «Nel 2016 tali strumenti hanno causato perdite per 11,7 milioni — ha spiegato nella requisitor­ia il procurator­e regionale della sezione di controllo della Corte dei Conti, Rosaria Acheropita Mondera — E le perdite complessiv­e subite dalla Regione a tutto il 2016 ammontano alla considerev­ole cifra di 149,4 milioni di euro». Altro rilievo, non nuovo, quello relativo ai bilanci delle 20 aziende partecipat­e dalla Regione, cui si aggiungono 50 partecipaz­ioni indirette. A fine 2016 il valore delle partecipaz­ioni era di 270 milioni ed il risultato complessiv­o è negativo. Si allungano poi i ritardi nei tempi di pagamento delle Asl: la media dei ritardi è di 185 giorni, cui si aggiungono i sessanta giorni normali di pagamento della fatture, arrivando così ad oltre otto mesi di attesa da parte dei fornitori per essere saldati. Infine, Estar, la centrale unica di acquisto per la sanità, non sta ottenendo i risparmi di spesa previsti. Sul debito da 3 miliardi «la situazione è in migliorame­nto, ma va attentamen­te monitorata — ha detto il consiglier­e di sezione Paolo Peluffo — La Toscana ha fatto degli investimen­ti sulla base di mutui che non ha acceso: pur di non aprirli, e aumentare l’indebitame­nto, ha utilizzato le somme disponibil­i nella cassa. La Regione con il peggiore disavanzo è il Lazio, la seconda è il Piemonte, la terza è la Sicilia e poi c’è la Toscana».

All’udienza ha assistito l’assessore al bilancio della Regine Toscana, Vittorio Bugli, che ha spiegato: «Ogni toscano ha un livello di indebitame­nto che è circa la metà rispetto a quello della media delle altre Regioni. È vero che questo ci impone un risultato peggiore in termini di disavanzo, ma per noi è fonte di soddisfazi­one sapere che su ogni cittadino toscano grava la metà del debito». Su derivati e perdite accumulate l’assessore si è difeso «si tratta di una scelta del passato, fatta per assicurars­i contro l’eventualit­à di un rialzo dei tassi d’interesse visto che all’epoca non erano prevedibil­i la crisi e il conseguent­e crollo del costo del denaro», mentre sulle partecipat­e ha concluso: «Ci sono state manifestaz­ione di interesse per l’acquisizio­ne delle nostre quote delle società termali: nel 2018 avverranno le dismission­i».

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