Prato-Vicenza, si riapre la guerra dei quadri
La Popolare ricorre contro il vincolo delle Belle arti che lega le opere alla città toscana
Ancora Vicenza contro Prato: il braccio di ferro sulle opere d’arte che erano custodite alla galleria degli Alberti di Prato ed ora sono in Veneto — tra cui spiccano il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini, la Coronazione di Cristo di Caravaggio e la Madonna con Bambino di Filippo Lippi — prosegue silenziosamente nelle aule di tribunale. Il nuovo capitolo della vicenda vede la banca vicentina opporsi al vincolo che la Soprintendenza (toscana) alle belle arti ha messo sulle opere, che le legherebbe — una volta tornate in città— per sempre alla loro esposizione nel centro storico di Prato. L’ex patron della banca caduta in disgrazia, Gianni Zonin, quattro anni fa aveva rivendicato il trasporto dei quadri a Vicenza perché di proprietà della sua banca, che nel 2010 aveva acquistato la Cassa di Risparmio di Prato, acquisendo tutte le sue proprietà. Da lì era cominciato il grande freddo tra Prato e la banca. Dopo la «caduta» di Zonin e gli avvicendamenti ai vertici della banca, a gennaio scorso, sembrava arrivata la tregua: un accordo per riportare le opere e numerosi pezzi della collezione nuovamente a Prato. Ma ora la guerra ricomincia. Vicenza non vuole che le opere abbiano un legame burocratico con la Toscana e per questo, nei giorni scorsi, ha fatto ricorso al Tar contro la Soprintendenza contro il cosiddetto «vincolo pertinenziale» posto sulle opere dalla Soprintendenza. Il Comune di Prato ha già pronta la costituzione di controparte al Tar. Due setti- mane fa, l’assessore alla Cultura Simone Mangani aveva presentato un progetto avallato dall’istituto veneto: la proposta era quella d’inaugurare una serie di esposizioni delle opere nei luoghi simbolo della città, in particolare Palazzo Pretorio riportato a nuovo splendore. «Il ritorno dei quadri e il loro vincolo a Prato sono due partite parallele. Il cambio dei vertici della banca di questi giorni potrebbe portare problemi alla mediazione raggiunta — spiega uno dei protagonisti dell’intesa, Andrea Cavicchi — ma siamo fiduciosi che le cose possano risolversi».