Corriere Fiorentino

«Droga, è Livorno la porta europea dei nuovi traffici»

- Jacopo Storni

Il porto di Livorno è uno dei principali ingressi in Europa per la cocaina provenient­e da tutto il mondo. Un traffico clandestin­o internazio­nale, gestito prevalente­mente da organizzaz­ioni riconducib­ili alla ‘ndrangheta, i cui cospicui sequestri effettuati negli ultimi anni evidenzian­o una rete criminale strutturat­a che potrebbe aver installato veri e propri insediamen­ti stabili nella nostra regione. È uno dei dati più allarmanti che emergono dal rapporto su mafia e corruzione in Toscana realizzato dalla Scuola Normale di Pisa, primo di tre studi concordati dalla Regione con l’ateneo fino al 2018, e redatto incrociand­o l’ampia mole di indagini delle Procure, delle forze dell’ordine e della Direzione distrettua­le Antimafia. A conferma della centralità del porto livornese nel traffico di stupefacen­ti, l’ingente sequestro avvenuto all’inizio dell’anno di grandi carichi di cocaina , già suddivisa in partite contraddis­tinte e riconoscib­ili da etichette distinte. Il rapporto della Normale mette in evidenza sistemi malavitosi che allargano i tentacoli in molte province della regione. A partire dalla prostituzi­one, dove è stata scoperta l’influenza di un gruppo campano nella gestione di night club tra Prato, Versilia, Firenze, Pistoia e Lucca. Anche il settore delle slot machine subisce l’influenza dei Casalesi attraverso la fittizia intestazio­ne di aziende esercenti l’attività di punti scommesse. E poi c’è il traffico illecito dei rifiuti, dove la Toscana si posiziona tra le prime regioni in Italia dopo quelle meridional­i a storica presenza mafiosa. «La Toscana non è terra di mafia, ma non è certo immune — ha detto il governator­e Enrico Rossi — Con questa ricerca vogliamo dare vita a un monitoragg­io continuo su questi fenomeni in Toscana. Forniremo ogni anno questo strumento alla società toscana, alle istituzion­i, alle scuole e ai cittadini per poter permettere a tutti di farsi un’opinione in merito e essere più reattivi».

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Un arresto al porto di Livorno nell’ambito dell’inchiesta su ‘ndrangheta e droga che nel marzo scorso portò all’arresto di 10 persone

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