«Era diventata triste e taciturna E aveva paura di lasciarlo solo»
Choc in paese: Loredana era una donna forte, adorava Francesco
PORTO SANTO STEFANO Poche ore prima di prendere la pistola di servizio, uccidere il figlio e togliersi la vita, Loredana era stata a cena a casa di un’amica. Spesso le capitava di far tardi con le amiche, dopo aver lavorato. Una vita agiata, un lavoro importante, un figlio che tutti le ammiravano. E un matrimonio finito, ma anche una nuova storia iniziata da qualche mese. Di difficoltà, Loredana Busonero ne aveva dovute affrontare molte nella vita. Ma le aveva sempre superate, «con tenacia, forza, determinazione».
Il padre si era suicidato nel 1986, quando lei aveva 24 anni. Problemi economici, sembra. Di certo, i problemi economici li aveva avuti lei dopo la morte del babbo. Ma si era laureata, aveva trovato un lavoro, si era fatta una famiglia. E ora stava bene, anche economicamente, per il suo stipendio da dirigente e per quello che le era stato lasciato dall’ex marito, l’ex sindaco Marco Visconti. Anche l’improvvisa morte del padre di Francesco, due anni fa, era stata una dura prova anche se la loro storia era finita.
«Spesso si preoccupava del dolore che il figlio poteva provare», racconta la vice sindaca Priscilla Schiavo, che era stata a cena con Loredana appena due settimane fa. Ma a Porto Santo Stefano, chi conosceva la comandante ne ricorda la forza soprattutto per come aveva saputo affrontare e sconfiggere, per due volte, il cancro al seno, senza perdersi mai d’animo. «Non voglio prendere altri foglietti verdi (le notifiche della Procura, ndr)», aveva detto qualche giorno fa al sindaco Arturo Cerulli, a proposito di una delle mille beghe di un dirigente comunale.
Loredana in passato aveva subito dei processi penali, da cui era uscita indenne: «Robetta — racconta il primo cittadino — una concessione data o non data, cose che succedono quando si ha un ruolo istituzionale». «Ma — aggiunge — proprio quella frase dei foglietti verdi mi fa pensare a una persona che vedeva un futuro di fronte a sé, non certo a chi voleva farla finita».
Cerulli ammette che Loredana Busonero era stressata, «ma come è normale che lo sia il comandante dei vigili dell’Argentario durante la stagione estiva, con tutti i problemi che ci sono quando arrivano i turisti». Mentre la sua vice, Schiavo, spiega che «da qualche mese si vedeva più triste e taciturna, ma chi avrebbe mai potuto pensare che si arrivasse a questo punto?». In paese c’è chi racconta che Loredana avrebbe ammesso una volta di essere preoccupata di morire e di lasciare il figlio nelle difficoltà economiche che aveva vissuto lei da giovane. Ma la famiglia Visconti è proprietaria di diversi appartamenti all’Argentario che d’estate vengono puntualmente affittati ai turisti. Per tutti, il raptus è un giallo. Tanto più che le parole spese per Francesco sono un coro di complimenti: un ragazzo modello, buono, inserito, pieno di ragazzine al seguito, impegnato nella comunità, uno che aveva molti amici, frequentava piazza Vittorio Emanuele ma la sera non tirava mai tardi a far bagordi. Studente modello al liceo scientifico Dante Alighieri, avrebbe iniziato l’ultimo anno a settembre, Francesco dipingeva per diletto e suonava il pianoforte. Era molto integrato, frequentava una coetanea, partecipava alle iniziative del rione Fortezza e da un po’ di tempo si dava da fare al Rotaract Club Monte Argentario. Il 2 agosto, per il suo 18 compleanno, avrebbe avuto diritto a diventarne formalmente socio. «Mite, gentile, disponibile e assolutamente dedito alla collaborazione — così lo ricordano dal club — Un buon amico». Il figlio, dicono in paese, che tutti i genitori vorrebbero.