Corriere Fiorentino

Primo: vietato vietare

Il fascismo ci minaccia ancora? E come? Un dibattito ripartito per due proposte di legge Allora è meglio ricordare qual è la regola base di una sana democrazia. E che la Costituzio­ne è forte

- di Paolo Armaroli

Il fascismo muore quando gl’italiani vanno a letto fascisti e l’indomani si risveglian­o antifascis­ti. O, quanto meno, afascisti. Dopo vent’anni di martellant­e propaganda, neppure le balde camicie nere muovono un dito per salvare il loro duce. Anzi, si mettono prontament­e a disposizio­ne di Badoglio. Nel Belpaese, si sa, ci si adegua a ogni cambio di regime. O, sempliceme­nte, di governo. Si registra un solo suicidio. Pace all’anima sua, si toglie la vita Manlio Morgagni, presidente e direttore generale dell’Agenzia Stefani, soprannomi­nato il megafono di Mussolini. E a liberare il dittatore, il 12 settembre 1943, non saranno gl’italiani ma i tedeschi, su ordine di Hitler.

Così stando le cose, la XII delle disposizio­ni transitori­e e finali della Costituzio­ne, ma si tratta di disposizio­ne finale e non transitori­a, interviene fuori tempo massimo. Pur tuttavia, ha la sua brava ragion d’essere. E’ il corollario, o per meglio dire la ciliegina sulla torta, di una Costituzio­ne – come usa dire – nata dalla Resistenza. La Costituzio­ne più bella del mondo – parola dei campioni del politicame­nte corretto – riconosce la più ampia facoltà di associazio­ne. Con un’unica eccezione: vieta, sotto qualsiasi forma, la ricostituz­ione del disciolto partito fascista.

La dizione è storicamen­te inesatta, perché c’è stato prima il Partito nazionale fascista e poi il Partito fascista repubblica­no. Di grazia, quale dei due è vietato? Resta il fatto che la norma al suo apparire è già una foglia morta, per usare un’espression­e cara ad Arturo Carlo Jemolo. Difatti già allora nessuno si sarebbe sognato di tornare al passato. Tant’è vero che il Msi nacque all’insegna del non rinnegare e non restaurare. La legge Scelba poi, contenente norme di attuazione della predetta XII disposizio­ne, ha addirittur­a rischiato di essere dichiarata contraria alla Costituzio­ne. Perché è andata ultra vires. Ed è stata salvata per un pelo dalla Corte costituzio­nale. La sentenza n. 1 del 1957 – presidente De Nicola, relatore Cosatti – parla chiaro. Dice che «l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazion­e tale da potere condurre alla riorganiz- zazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerat­a non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizz­azione, che è vietata dalla XII disposizio­ne». E non si ricostitui­sce il Pnf facendo il saluto romano. Igienico e pluralista, come diceva Giorgio Almirante.

Si dà il caso che da quando deputati del Pd hanno presentato alla fine dello scorso anno due proposte di legge volte a reprimere con la massima severità la propaganda fascista, sono spuntati come funghi in autunno nostalgici in servizio permanente effettivo. Ma si tratta di un abbaglio. Emblematic­o il comportame­nto a dir poco bizzarro del gestore di uno stabilimen­to di Chioggia. Una macchietta che ridicolizz­a il fascismo. Una caricatura del personaggi­o interpreta­to da Tognazzi. Un aspirante federale talmente rozzo che non sa rispondere alle domande di mistica fascista rivoltegli da due avanguardi­sti e costretto a farsi imbeccare dal professore antifascis­ta suo prigionier­o, mosso a compassion­e del povero diavolo. Vale ancora ai giorni nostri la lezione di Maurice Duverger, eletto deputato europeo nelle file del Pci. Il famoso politologo francese era solito dire che vietare un partito microscopi­co è perfettame­nte inutile perché incapace di nuocere, mentre vietare un partito grande e grosso è praticamen­te impossibil­e.

La regola di una sana democrazia suona così: vietato vietare. E il londinese Hyde Park Corner, dove ogni eccentrico da un palchetto può dire la sua per la gioia di qualche baby sitter di passaggio, andrebbe eretto a suo tempio. La verità è che la democrazia, perfino quella nostra un po’ squinterna­ta, ha avuto ragione dei suoi nemici di destra e di sinistra. Dopo il suicidio del fascismo, abbiamo avuto il suicidio del comunismo perpetrato dai suoi stessi dirigenti. Certo, ci sono ancora italiani che si dichiarano fascisti o comunisti. Ma il loro sovente è millantato credito. Ignoranti di storia, tracciano un parallelo tra la democrazia qual è e il fascismo o il comunismo dei loro sogni. Al riguardo ci sono alcune pagine del capolavoro di Giovanni Sartori, Democrazia

e definizion­i, che andrebbero meditate. Idealizzan­o, insomma, ciò che non è mai stato. Montanelli racconta che nell’immediato dopoguerra un certo Paneroni a Milano dava dei somari a chi incontrava per strada perché se la terra fosse rotonda, come sostengono gli scienziati, cadremmo tutti giù per terra. Lo si stava a sentire increduli e si affrettava il passo.

In democrazia contano i numeri. E i numeri ci dicono che con le loro fantastich­erie gli eccentrici di tutte le risme non possono illudersi di prevalere. Esprimono solo scombicche­rate opinioni, ammesso e non concesso che siano tali, condannate dalla Storia.

 Ci sono italiani che si dichiarano fascisti o comunisti ma il loro, sovente, è millantato credito

 ??  ?? Un cittadino londinese allo «Speakers’ Corner», luogo di discorsi pubblici e dibattiti aperto a tutti
Un cittadino londinese allo «Speakers’ Corner», luogo di discorsi pubblici e dibattiti aperto a tutti
 ??  ?? Italiani in piazza dopo la caduta del fascismo (25 luglio ‘43)
Italiani in piazza dopo la caduta del fascismo (25 luglio ‘43)
 ??  ?? Antifascis­ti contro il governo Tambroni (Genova, giugno 1960)
Antifascis­ti contro il governo Tambroni (Genova, giugno 1960)

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