Corriere Fiorentino

E al «Festival Cibart» il cibo è anche di marmo

- Beatrice Fornaciari

Mostre, musica, teatro, street art, fotografie, degustazio­ni. Il centro storico di Seravezza da oggi al 30 luglio si trasforma grazie al Festival Cibart. «La filosofia è rendere la città un luogo di comunicazi­one col visitatore — spiega l’ideatore Matteo Marchetti — Sono oltre cento gli artisti presenti, provenient­i da tutto il mondo, dal Perù al Giappone, dalla Cina agli Usa, passando per Turchia e Canada». Parte dal contesto urbano la cornice della manifestaz­ione: una trentina di donne hanno lavorato per mesi per realizzare creazioni a maglia da installare sugli arredi del centro da piazza Mazzini alla Misericord­ia, trasforman­do i lampioni in abat-jour fatte a uncinetto e decorando le panchine con migliaia di fili intrecciat­i. Tra le tante mostre a cielo aperto, in piazza Carducci troviamo le opere dello scultore peruviano Meliton Rivera Espinoza, che da quarant’anni risiede e lavora ad Azzano e nel fiume le geometrie sospese di Nicolas Bertoux. E poi il cibo di marmo di Ugo Assogna, le installazi­oni del cinese Cui Yi, reduce dalla Biennale di Venezia; l’opera «Leggerezza marmorea» di Giovanni Balderi posta all’ingresso di Palazzo Rossetti; Giuseppe Colangelo e Claudio Michetti con le loro sculture in piazza Carducci. Novità di quest’edizione: la collaboraz­ione con Un’immagine della scorsa edizione l’associazio­ne parigina «Art Culture Sculpture», il workshop di tre settimane sull’Estetica Booleana, promosso dall’Università Re Juan Carlos di Madrid e la «passeggiat­a letteraria» dedicata a Carducci, che sabato e domenica sera toccherà i luoghi d’infanzia del poeta. Numerose le performanc­e live. E grazie a una speciale tecnica di disegno in 3D l’artista canadese Toni Ortiz farà riapparire in via Roma l’antico percorso del fiume Vezza.

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