Corriere Fiorentino

Fermato, sfila la pistola al vigile Voleva ucciderlo: 4 spari deviati

L’aggression­e alle 8, choc in via Marconi: arrestato sudanese di 18 anni. I proiettili finiti sull’asfalto

- Simone Innocenti Antonio Passanese

Ha sparato perché voleva uccidere. Ecco perché Mohamed Salih, sudanese di 18 anni, clandestin­o con precedenti di polizia, è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio: ha esploso quattro colpi di pistola nella zona di Campo di Marte dopo che un vigile lo aveva fermato. È una tragedia sfiorata, quella che ieri si è registrata verso le 8,20 in via Marconi, una di quelle strade fiorentine in cui i residenti non si lamentano: ci sono i negozi di vicinato, tutti si conoscono, non si verifica un furto da decenni, è in una zona tranquilla. Un residente, infatti, chiama la polizia municipale perché nota un giovane di colore che, a bordo di una bicicletta, sta facendo zigzag in mezzo al traffico. I vigili urbani, allertati, fanno un giro e lo vedono.

Un ispettore si mette in mezzo alla strada e intima l’alt, ma il giovane — invece di fermarsi — lo «punta» con la bicicletta. Siamo all’incrocio con via del Pratellino ed è qua che si scatena il putiferio. Il giovane — secondo una prima ricostruzi­one — aggredisce il vigile. I due rovinano a terra: lui gli sta sopra, l’ispettore sotto. Salih riesce a sfilare al vigile la pistola — una 9 x 21 con 15 colpi — gliela punta in faccia, ma l’uomo reagisce e gli blocca la mano. Partono i primi colpi, a terra. La collega e un passante si buttano addosso a Salih che viene fermato e portato in caserma.

Il sostituto procurator­e Eligio Paolini, titolare dell’inchiesta, stamani riceverà gli atti: c’è anche il video di un testimone che avrebbe filmato tutta la scena. Il pm Paolini dovrebbe anche conferire una consulenza tecnica per fare una perizia medica al ragazzo, oltre che per stabilire di chi sono le impronte digitali sulla pistola. La Procura dovrà anche stabilire se l’arma fosse tenuta nella fondina come prevede la legge, vale a dire senza il colpo in canna. I carabinier­i della Sis, chiamati per i rilievi, hanno sequestrat­o quattro ogive esplose da Salih. E proprio i carabinier­i lo avevano arrestato a marzo in via Por Santa Maria dopo che, armato di un cacciavite, era stato sorpreso a rubare capi di abbigliame­nto in un negozio e un portafogli­o a un turista giapponese: il giudice aveva convalidat­o l’arresto e lo aveva rimesso in libertà.

Ieri mattina qualcuno si è rinchiuso in casa sbarrando porte e finestre, altri invece hanno assistito in diretta alla colluttazi­one e poi all’esplosione dei colpi. Sara, che vive al civico 87, verso le 8.20 come tutti i giorni, stava per uscire di casa con i suoi tre bambini per andare a fare colazione, quando dalla strada ha sentito prima delle urla e poi i colpi di pistola. «Ho richiuso il portone dicendo ai miei bimbi di tornare subito a casa — dice — Abbiamo fatto le scale due a due e ci siamo rintanati nella stanza che dà sull’interno. Quelle pistoletta­te ci hanno scioccato». Maria Teresa, che abita nello stesso stabile dice di aver assistito in diretta «a quel film dell’orrore». «Mi sono affacciata alla finestra del salotto — racconta — e davanti al portone di casa ho visto i due vigili, un uomo e una donna, che cercavano di immobilizz­are l’extracomun­itario, sdraiato con la pancia sull’asfalto. A un certo punto l’aggressore è riuscito a estrarre la pistola dalla fondina di uno degli agenti e ha iniziato a fare fuoco. Prima un colpo, poi un altro e ancora un altro: un tonfo sordo che non avevo mai udito prima. Quel ragazzo sembrava su di giri, biascicava, urlava frasi sconnesse, senza senso. Poi è arrivato un giovane africano, ben vestito, con accento fiorentino, che ha cercato di dare una mano ai poliziotti. Ripeteva: “Che fai, che fai, lascia quella pistola…”». Ricorda Salima, che vive al civico 85: «Non so come abbia fatto ma è riuscito a prendere la pistola a uno dei vigili e a puntarglie­la alla testa, ma questo ha reagito bloccandog­li il braccio a terra. Pochi secondi e sono partiti i colpi, finiti tutti sull’asfalto. Con un bossolo trovato a pochi millimetri dalle finestre di casa mia. La fortuna ha voluto che fossi per strada, altrimenti non so come sarebbe andata a finire. Mi sento una miracolata». Dure le reazioni arrivate, sull’episodio, dal centrodest­ra, mentre il sindaco Nardella e l’assessore Federico Gianassi hanno telefonato agli agenti per «esprimere la vicinanza e il ringraziam­ento per il modo in cui hanno evitato conseguenz­e drammatich­e».

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I rilievi in via Marconi evidenzian­o i bossoli; a sinistra, il giovane sudanese mentre viene portato via dalla polizia municipale
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