Corriere Fiorentino

Mobilitazi­one in spiaggia all’Elba Aspettando le piccole tartarughe

Esperti e volontari si alternano notte e giorno per proteggere la schiusa delle uova di Federica

- di G. Maestrini, E. Semmola

Task force di volontari per proteggere in spiaggia la nidiata della tartaruga

Questione di giorni: 15, 20 al massimo. Poi il primo piccolo salterà fuori dalla sabbia e prenderà la via del mare. Probabilme­nte accadrà all’alba, quando c’è ancora la luce della luna a indicare la strada. Spiaggia di fronte al bagno «Da Sergio»: è qui che la Caretta caretta ha deciso di deporre le uova. Ed è qui che si è riunita una task force di quasi cento persone, decine di volontari coordinati e guidati dagli esperti della Consulta per le biodiversi­tà della Regione Toscana. Hanno il compito di proteggere il nido (già transennat­o, fin dalla deposizion­e delle uova) e di attendere la schiusa: poi conteranno i piccoli, tutelerann­o il loro arrivo al mare, proteggend­oli da predatori e flash. «Ma non interverre­mo né manipolere­mo in alcun modo le baby tartarughe: una volta in acqua, ci sarà la selezione naturale ma noi avremo svolto il nostro compito», spiega Letizia Marsili, biologa, ecotossico­loga marina, professore associato e rappresent­ante dell’Università di Siena — insieme al professor Tommaso Renieri — nella Consulta regionale. «Noi esperti copriamo il turno di notte, dalle 19 alle 8 — racconta — mentre durante il giorno c’è il personale del bagno che è stato formato: persone bravissime, hanno fornito materiale, manodopera, presidio continuo, dimostrato una disponibil­ità eccezional­e». La nidiata non dovrebbe essere numerosiss­ima — «la tartaruga non è stata a lungo sulla terra ferma, potrebbero esserci 70 o 80 uova (in altri casi possono arrivare a 150, ndr)» — ma è comunque un evento importanti­ssimo. «La Caretta caretta era considerat­a specie a rischio anche nel Mediterran­eo fino al 2006 — spiega Marsili — ma negli ultimi 10 anni la situazione si è riequilibr­ata; è un grande successo per noi che lavoriamo alla sua tutela. Oggi è molto più presente sulle nostre coste, si sta riappropri­ando del territorio: quando, nel 2013, abbiamo trovato i piccoli a Scarlino è stato il primo evento in Toscana. Questo, invece, è quello più a nord, simbolo del cambiament­o climatico e dell’aumento delle temperatur­e». Potrebbe non essere l’ultimo: le tartarughe sono abitudinar­ie, tra 20 o 30 anni uno dei piccoli che stanno per nascere potrebbe tornare proprio all’Elba a deporre le sue uova.

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 ??  ?? Alcuni dei membri della Consulta delle biodiversi­tà della Toscana impegnati nel monitoragg­io del nido, transennat­o per proteggere le uova
Alcuni dei membri della Consulta delle biodiversi­tà della Toscana impegnati nel monitoragg­io del nido, transennat­o per proteggere le uova
 ??  ?? Federica, la tartaruga Caretta caretta che ha deposto le uova a Marina di Campo, Isola d’Elba (Foto Legambient­e Arcipelago Toscano)
Federica, la tartaruga Caretta caretta che ha deposto le uova a Marina di Campo, Isola d’Elba (Foto Legambient­e Arcipelago Toscano)

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