Corriere Fiorentino

I segreti della «Riottosa» (tra feste e rivendicaz­ioni)

LA STORIA DELLA VILLA OCCUPATA

- Simone Innocenti

Anno di nascita: 9 febbraio 2007. Una ventina di persone, appartenen­ti all’area anarchica toscano-fiorentina entrano per la prima volta in questo immobile al civico 308 di via Senese. Lo stabile, che fa parte del complesso del Monastero della Certosa ed è di proprietà del Demanio, ha un campo coltivato ad orto, è abbandonat­o da circa 60 anni. Diventa la «Riottosa», ed è una delle tante realtà anarchiche che affiorano in Toscana. Al Galluzzo c’è il vantaggio di un posto più defilato e quindi meno controllab­ile dalle forze dell’ordine. Dopo alcuni mesi si aprono le porte agli anarchici sgomberati dal «Panico Anarchico» di piazza Annigoni e delle «Vagine Volanti» di via Bolognese. La «Riottosa» viene sempre utilizzata per feste, aperitivi, cene di autofinanz­iamento, «incontri di solidariet­à nei confronti dei compagni anarchici denunciati o arrestati», si legge nei report della Questura.

Il 13 luglio 2009 l’immobile viene perquisito dalla Digos per la prima volta. «Tutto il carrozzone sbirresco è partito da delle perquisizi­oni per 270bis (associazio­ne sovversiva): i solerti tutori del disordine infatti cercavano un pericoloso... striscione(!), calato mesi fa dalla Rinascente di Firenze», si legge in Rete poche ore dopo il blitz, con solo due occupanti barricati e arrampicat­i sul tetto per più di dieci ore. Il 1 settembre 2011 «La Riottosa Squat» fu poi perquisita dai carabinier­i.

Nel corso degli anni la «Riottosa» diventa una residenza anarchica affermata. Se ne parla in tutta Italia, comincia a essere frequentat­a da anarchici considerat­i di livello, che si portano in dote anche rapporti con altri anarchici europei. Sarà pure un caso ma è proprio qui che la Digos scopre un «secondo livello». Da un punto di vista della filosofia anarchica qualcosa di nuovo: durante le indagini spunta la sigla Gap. «Chiamo a raccolta il direttivo del Gap», si dice nelle intercetta­zioni.

Un lessico inedito che ricorda — semmai — quello degli anni dell'eversione rossa. Una sorta di «comitato ristretto» composto Roberto Cropo e Pierloreto Fallanca. Il Gap — o Guap — viene quindi individuat­o come una sorta di «secondo livello» quando c’è bisogno di dare vita a iniziative di rilevanza nazionale. Il Gap sarà presente a «una chiacchier­ata coi compagni fiorentini» che si svolge nella rossa Livorno.

Le anime della «Riottosa» sono molteplici, almeno a leggere con attenzione gli atti dell’inchiesta coordinata dal procurator­e capo Giuseppe Creazzo e dai sostituti Filippo Focardi e Beatrice Giunti. Ad esempio: una parte di anarchici non partecipa alla cena di Capodanno alla «Riottosa», e solo una parte — secondo l’ipotesi formulata dalla Procura — sarà impegnata quella notte «a fare qualcosa». Quel qualcosa che viene forse partorito alla «Riottosa»: la bomba della notte di Capodanno contro Casapound.

Gli otto fermati provengono tutti da quella struttura, anche coloro che hanno lanciato la molotov alla caserma di Rovezzano nell’aprile scorso. Pierloreto Fallanca risulta addirittur­a «domiciliat­o» presso la «Riottosa»: legato al gruppo milanese, «abbraccia ogni forma di lotta violenta». Nicola Almerigogn­a , fiorentino, anche lui «domiciliat­o» in questo stabile, è uno dei «redattori dei comunicati e dei volantini» anarchici. Sandro Carovac, sardo, «gode di solidi agganci nelle realtà anarchiche nazionali e internazio­nali»: di recente si era spostato ed era andato a vivere in una casa occupata a Pomino assieme a Marina Porcu, anche lei con una lunga militanza anarchica in mezza Italia, compreso a Firenze, e con legami internazio­nali. Salvatore Vespertino, un altro anarchico che orbita alla «Riottosa», viene considerat­o «l’anello di congiunzio­ne tra i militanti anarco-insurrezio­nalisti italiani e quelli che vivono in Grecia, luogo in cui ha soggiornat­o a lungo». Risulta essere legato sentimenta­lmente a Micol Marino, «formalment­e residente» in un appartamen­to in città ma che è conosciuta come una militante anarchica. Anche il pistoiese Giovanni Ghezzi, che aveva un domicilio formale in città, era di fatto un frequentat­ore della «Riottosa». Da ieri mattina quel centro sociale è però finito sotto sequestro dopo l’operazione degli agenti della Digos.

 Nel 2009 le prime irruzioni della polizia Qui secondo gli inquirenti è attiva una rete di contatti con la Grecia

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Sul tetto Gli anarchici sono saliti sul tetto della Riottosa I poliziotti hanno atteso diverse ore prima che gli anarchici decidesser­o di scendere dopo aver acceso alcuni fumogeni e anche dopo aver rifiutato la mediazione con alcuni familiari Alla fine...
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Le forze dell’ordine in azione ieri mattina nella struttura occupata dagli anarchici, l’operazione è andata avanti per dieci ore dopo la resistenza di chi c’era dentro

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