Gli esuberi a Mps: entro fine ottobre 1.200 prepensionati
In attesa dell’assegno da 3,9 miliardi da parte dello Stato — che diventerà azionista al 53,5% di Rocca Salimbeni — e della prima semestrale del 2017 con la maxi svalutazione collegata alla cessione di oltre 26 miliardi di crediti deteriorati, Banca Mps accelera sul piano industriale concordato con la vigilanza europea. Ieri è stata siglata l’intesa con i sindacati per 1.200 uscite volontarie entro il 31 ottobre, grazie a prepensionamenti e al fondo di solidarietà del settore. Saranno così ben 1.800 gli addetti che lasceranno Mps quest’anno, su un totale di 4.800 uscite (e 700 all’estero) previste entro il 2021, con una riduzione totale di addetti del 20%, cui si aggiungerà il taglio di 600 delle attuali 2.000 filiali. «Con questo accordo siamo riusciti a garantire la volontarietà dei prepensionamenti e a evitare qualsiasi forzatura e deroga al contratto nazionale», commenta Franco Casini, coordinatore Fabi Gruppo Mps, mentre le segreterie delle rappresentanze sindacali del gruppo sottolineano che ci saranno altri incontri per verificare l’applicazione dell’accordo ed i suoi effetti. Il piano di ristrutturazione ha permesso il sì all’aumento precauzionale di capitale da 8,1 miliardi, 5,4 dei quali ipoteticamente a carico dello Stato — tra ricapitalizzazione immediata e ristoro a quei risparmiatori cui sono stati venduti prodotti troppo rischiosi per il loro profilo — ed il resto con la trasformazione dei bond subordinati in azioni attraverso il burden sharing, cioè la condivisione degli oneri.