Corriere Fiorentino

Meno 15: che Fiorentina sarà?

Mancano due settimane all’esordio in campionato contro l’Inter, Corvino cerca un esterno e un terzino E ribadisce: «Non abbiamo fretta». Badelj e Kalinic per ora restano. Jesè Rodriguez (Psg) torna una priorità

- Antonio Montanaro

È la penultima domenica senza campionato: tra quindici giorni esatti si accenderan­no le luci a San Siro per l’esordio in notturna contro l’Inter. L’Inter di Spalletti, Borja Valero e Vecino; l’Inter che ha portato via dal piatto viola (per ora ricco di plusvalenz­e) anche Emre Mor, il giovane esterno che doveva prendere il posto di Bernardesc­hi e creare con Chiesa una coppia di ventenni tutta talento e velocità. Invece no. Così Corvino, nella calura dei quasi 50 gradi fiorentini, si trova a tessere daccapo la rete di contatti che dovrà portare in dote a Pioli almeno un terzino e un esterno titolari. Sempre che non partano Kalinic e Badelj («non li svendo, se qualcuno li vuole paghi e bene. Altrimenti restano qui», ribadisce il dg viola): in quel caso servirebbe­ro subito sostituti all’altezza. Senza escludere altri due-tre rincalzi, necessari a completare l’organico.

Quale sarà, dunque, la strategia di Corvino in questi ultimi 25 giorni di mercato? Al di là del valzer di nomi più o meno vicini alla Fiorentina, una cosa è certa: entro Ferragosto le due lacune più evidenti nell’ancora ipotetico undici titolare (il terzino destro e l’esterno) andranno colmate. Anche per permettere all’allenatore viola di preparare con un pizzico di tranquilli­tà in più la partita contro la squadra che lo ha esonerato appena due mesi fa. Pantaleo ostenta tranquilli­tà («non abbiamo fretta e non siamo gli unici a essere incompleti, molte altre squadre in questo momento stanno cercando di sistemarsi»), ma qualche preoccupaz­ione dalle parti di viale Fanti comincia a emergere. Perché, è vero: le numerose cessioni delle settimane scorse hanno generato plusvalenz­e record per l’era Della Valle (71,1 milioni), ma adesso qualcosa va investito per non perdere tutto il lavoro fatto negli anni scorsi.

La filosofia resta quella di sempre: niente follie, niente aste e stipendi che (salvo casi eccezional­i) non potranno superare il milione e mezzo. Un’impresa, forse, in una sessione dominata dai milioni cinesi di Milan e Inter, che inevitabil­mente cambierann­o i rapporti di forza della serie A.

D’altronde la Fiorentina, soprattutt­o dopo il clamoroso passo indietro dei Della Valle. non può più permetters­i nemmeno di avvicinars­i — almeno per quanto riguarda il monte ingaggi — alla Juventus, alla Roma, al Napoli e alle due milanesi. In questo momento però, in una ipotetica griglia di partenza, davan ti al club viola, sulla carta, ci sono l’Atalanta e la Lazio. Mentre anche Sassuolo, Torino e Sampdoria si stanno rinforzand­o, con acquisti mirati. È fuor di dubbio, dunque, che gli obiettivi della squadra di Pioli saranno diversi rispetto agli ultimi anni, segnati da una presenza continua in Europa League (è il terzo club italiano nel ranking Uefa, dopo Juventus e Napoli). «Vogliamo divertirci e magari prenderci qualche bella soddisfazi­one», ripetono i dirigenti viola.

Quanto sarà possibile si scoprirà tra 15 giorni. Il 23 agosto poi, prima dell’esordio di campionato al Franchi con il Verona, è in programma l’amichevole di lusso al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. E l’intenzione è di arrivarci con una squadra che non sfiguri al cospetto di fenomeni come Ronaldo, Bale, Modric, Benzema. Tra i calciatori accostati alla Fiorentina in questi giorni c’è proprio un esterno di scuola Real ora al Psg: Jesè Rodriguez. Il nodo sembra essere la formula del trasferime­nto: i francesi vorrebbero il prestito secco, i viola il diritto di riscatto. «Non c’è fretta», ribadisce Corvino. Chissà, forse la fine dell’«effetto Lucifero» non sarà l’unica notizia positiva dei prossimi giorni...

 ??  ?? Pantaleo Corvino, dg viola, con Giancarlo Antognoni Sotto Stefano Pioli, Astori e Chiesa durante il ritiro di Moena
Pantaleo Corvino, dg viola, con Giancarlo Antognoni Sotto Stefano Pioli, Astori e Chiesa durante il ritiro di Moena
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