In Santo Spirito due striscioni, scritte in mezza Italia
Propaganda dopo le scarcerazioni, interviene la polizia. Episodi anche a Roma, Lecce, Cremona
Dopo l’arresto degli otto anarchici e la liberazione quasi immediata di sei di loro, in diverse città sono comparsi scritte e striscioni contro la polizia. Non è un caso, spiegano dall’Antiterrorismo, che le minacce abbiano fatto capolino sui muri di Roma, Cremona e Lecce: «Morte ai fasci e alla polizia». Le scritte, poi rimosse, sono state firmate con la A cerchiata, simbolo dell’anarchia. A Firenze non hanno usato la vernice sui muri ma due striscioni, comparsi in contemporanea domenica sera in piazza Santo Spirito e subito sequestrati dopo l’intervento della polizia. «Contro tribunali, guardie e fascisti. Per la libertà e la ribellione, tutti liberi», recitava quello appoggiato su un muro della piazza. «Lo Stato uccide, non piangiamo uno sbirro, continuiamo la lotta» era invece scritto sullo striscione appeso in piazza.
Il riferimento è all’ispettore Mario Vece, artificiere che mentre cercava di disinnescare l’ordigno esplosivo collocato a Capodanno sulla vetrina della libreria Bergello, vicina all’associazione di estrema destra CasaPound, ha perso la mano sinistra e l’occhio destro. Adesso la Digos sta cercando di risalire a chi possa aver scritto questi striscioni.
Dopo l’attentato erano comparse scritte offensive sui muri di Milano proprio contro Mario Vece. Scritte che sono da mettere in relazione anche da un punto di vista investigativo, dato che la polizia, in questa inchiesta, aveva «mappato» i rapporti tra le varie realtà anarchiche. In questi giorni sono comparsi anche diversi volantini su siti internet di area anarchica come su «Croce nera anarchica», dove subito dopo i fermi agli otto finiti nell’inchiesta fiorentina era comparso un volantino minaccioso, che indicava anche nomi e cognomi degli inquirenti dell’indagine sulle molotov contro la caserma dei carabinieri di Rovezzano e sulla bomba di Capodanno alla libreria vicina a Casapound: «Che si abbandonino le armi della politica e si riabbracci la politica delle armi in maniera indeterministica, cosciente e costante».
Oltrarno Entrambi sono firmati con la «A» cerchiata, la Digos indaga per risalire agli autori