MUSICA IN QUOTA SULLE APUANE DI MARAINI
Il 13 agosto entra nel vivo il festival che porta i concerti in luoghi spettacolari Con Massimo Altomare omaggio a Fosco, innamorato di queste vette «Le scoprì da ragazzo e non le abbandonò più». Poi Brunello e Carmignola
Si erigono imponenti dietro le spiagge della Versilia, ma rimangono nascoste ai tanti turisti dei mesi estivi. Sono le Alpi Apuane, che per il quinto anno consecutivo ospitano musica classica e jazz in quota grazie al festival «Musica sulle Apuane», ispirato al celebre «Suoni delle Dolomiti» in Trentino. «Pianoforti, clarinetti, violini salgono in montagna e risuonano nei più incantevoli scenari naturali delle Apuane tra le province di Massa Carrara e Lucca — spiega Gioia Giusti, pianista e direttrice artistica. La montagna diventa così un teatro a cielo aperto, luogo di bellezza e contemplazione». Foreste, cave abbandonate, pievi antiche. All’ascolto sono abbinate una o più gite organizzate dalle sezioni del Cai che collaborano all’iniziativa, differenziate a seconda del livello di difficoltà dalla semplice passeggiata al trekking per esperti, mountain bike e arrampicata. E merende, cene o pernottamenti in rifugio alla scoperta dei gioielli gastronomici delle Apuane come il lardo di Colonnata, le castagne garfagnine e le tante varietà di carni, salami e formaggi. Il festival, che nelle scorse settimane ha proposto artisti di primo livello si prepara ora ad un altro appuntamento, tra i più importanti: domenica 13 agosto al Monte Rovaio (Lucca) Massimo Altomare porterà in vetta «La Gnosi delle Fanfole», il fortunato progetto (nato vent’anni fa con Stefano Bollani) di poesia in musica dedicato a Fosco Maraini che delle Apuane fu innamorato tutta la vita, al punto di scegliere di riposare per sempre in un piccolo cimitero della Garfagnana. «Le scoprì all’età di undici anni scrutando l’orizzonte dai monti di Vallombrosa, vicino alla sua Firenze — racconta lo storico Cristoforo Feliciano Ravera, amico e custode della memoria di Fosco Maraini — E non le lasciò mai più. Era stato sui tetti del mondo, dalle Dolomiti all’Himalaya: eppure era qui il suo posto, un luogo rimasto selvatico e autentico. Dove, diceva, gli elementi esprimevano la concordia della natura e la montagna si faceva chiesa». Da tempo il Cai di Castelnuovo Garfagnana con Mieko Maraini, moglie di Fosco, rende omaggio allo scrittore, viaggiatore, orientalista, alpinista padre di Dacia e Toni con commemorazioni e sentieri escursionistici dedicati: anche questa volta insieme al concerto con ukulele, tromba, vibrafono e chitarra sono previste più escursioni, dal breve tragitto alla gita vera e propria per esplorare il maestoso Gruppo delle Panie e i panorami sulla Val d’Arni e Isola Santa; per rifocillarsi sosta al rifugio «La Betulla», agrituri-
smo con allevamento a chilometro zero e prodotti a filiera chiusa. Il gran finale sarà il 2 settembre nel fulcro della Linea Gotica al Monte Folgorito, dove Mario Brunello con Giuliano Carmignola suonerà il suo violoncello del Seicento a 900 metri d’altezza. Là dove molti hanno combattuto per una vita dignitosa, i due grandi maestri suoneranno per ricordare. «L’intento del festival è quello di aprire questo territorio, in cui la natura prende il sopravvento, a un turismo che non sia solo quello della Versilia e dei Marble Tour nelle cave», conclude Gioia Giusti.