Corriere Fiorentino

I vigili fanno i turisti: risciò sequestrat­i

Piazza Duomo, operazione con 18 agenti in incognito. L’accusa: sono taxi abusivi. Due fermati

- Marzio Fatucchi

È finita con cinque sequestri, due fermi in via delle Terme ed una denuncia per calunnia l’«operazione anti risciò» di Palazzo Vecchio. Una operazione in incognito, che ha coinvolto 18 agenti del reparto zona centrale e della sicurezza stradale per arrivare al sequestro preventivo di 5 mezzi che esercitava­no abusivamen­te il servizio di taxi usando, appunto, mezzi a pedali a più posti. L’assessore allo sviluppo economico Cecilia Del Re aveva annunciato questa stretta nei confronti dei risciò già tre mesi fa. Perché c’è stata un’esplosione. Almeno una quindicina di mezzi (ma alcune società hanno fino a 12 mezzi complessiv­i a testa a disposizio­ne) sono in giro ogni giorno nel fazzoletto tra piazza Duomo, piazza della Repubblica e Signoria. Un uso di «cortesia», il loro, senza nessuna richiesta di un costo per il servizio ma solo di una mancia: questa è sempre stata la difesa dei conducenti dei risciò. Ma quando si sono presentati gli agenti in borghese, raccontano i verbali elevati, è andata diversamen­te.

C’è stata addirittur­a una contrattaz­ione sul prezzo, che è l’elemento forte della dimostrazi­one che di servizio «volontario» non c’è traccia. Quando gli hanno chiesto «quanto è per andare alla stazione», la risposta è stata: «È ad offerta». «Allora un euro», «eh no dai, almeno 10» e via così. Una volta concordato il prezzo e saliti sul mezzo, gli agenti della municipale hanno mostrato il tesserino e hanno bloccato i mezzi. E si tratta della violazione dell’articolo 86 del Codice della strada: la sanzione va da 1.777 a 7.108 euro, la sceglie il Prefetto per «servizio di piazza abusivo», cioè taxi abusivo. Quindi sequestro ai fini della confisca, se quanto contestato viene confermato dal giudice di pace. Ma c’è anche un altro aspetto, peraltro già emerso in una recente operazione degli stessi vigili urbani. Tutti e cinque i mezzi saranno portati in officina e controllat­i. Perché vederli girare come trottole, anche in queste ultime giornate caldissime, ha insospetti­to e non poco gli agenti.

I risciò possono andare in centro perché per il Codice della strada sono di fatto solo «bici», con sistemi di rapporti e cambi poco faticosi per i conducenti: ma comunque, c’è da pedalare. In un caso, però, al posto della scatola del cambio, i meccanici incaricati dagli agenti hanno scoperto un motorino elettrico alimentato da batteria. E il sospetto è che ce ne siano altri. Questi i motivi del sequestro dei mezzi.

Ma perché i fermi e la denuncia per calunnia? I primi sono arrivati perché i conduttori dei risciò, quando hanno visto arrivare i carroattre­zzi, sono risaliti sul loro mezzo (supportati da uno dei proprietar­i della società che li gestisce e da suo fratello) dicendo: da qui non ci muoviamo. I vigili sono stati costretti a farli smontare, verrà contestata quindi anche la resistenza a pubblico ufficiale. La denuncia per calunnia invece perché uno di loro, infuriato, ha cominciato a urlare agli agenti che erano «pagati dai tassisti». Tutti elementi che finiranno di fronte ad un giudice.

L’attenzione sul boom dell’utilizzo, secondo Palazzo Vechio, improprio dei risciò è salita da alcuni mesi ed a giugno Del Re ha annunciato che a breve sarà introdotta una norma più rigida, per l’uso di questi mezzi: vietati completame­nte in piazza del Duomo, piazza della Signoria e piazza della Repubblica. «Avevamo promesso i controlli su questo tipo di mezzi e li stiamo facendo» aggiunge l’assessore alla sicurezza Federico Gianassi .

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Gli operai portano via col carro attrezzi uno dei mezzi sequestrat­i. Sarà anche verificato che non siano stati modificati con l’applicazio­ne di motori elettrici

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