Corriere Fiorentino

QUANTO È BELLA LA CITTÀ D’AGOSTO (COME L’INFERNO)

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Da anni non passavo l’agosto in città e mi sentivo quasi in colpa: gli amici —quelli che per fare le vacanze preferisco­no maggio o giugno o settembre, perché «si sta da signori»— si esibivano regolarmen­te nell’elogio sperticato dell’estate a casa. Traffico al minimo, parcheggi a gogò, niente vicini rompiscato­le, silenzio. Un paradiso di cui, da italiano classico che va al mare con il solleone, mi ricordavo a malapena (se non per un grappolo di uva pagato 10 euro da un ortolano chic nei giorni del Ferragosto milanese). Quest’anno la grande occasione: primo del mese, niente valigie, si resta qui, a Firenze. Un’emozione, il ritorno ad abitudini antiche, la sensazione di essere tra i pochi sopravviss­uti all’esodo. Si resta in città, finalmente. E invece...

Un’afa insopporta­bile, un caldo equatorial­e, la camicia appiccicat­a addosso come una seconda pelle. Le arie condiziona­te a palla: gelo e fuoco, fuoco e gelo. Freddate, mal di testa. Ma che bello quest’agosto in città! E poi vuoi mettere il gusto delle finestre aperte di notte: la puzza del ristorante di pesce, le chiacchier­e di quelli accanto, davanti, di sopra e di sotto. Perché la città deserta è una fake news, una bufala. Sembrano rimasti tutti qui. Non ci credete? Fatevi un giro in città. E magari andate verso la Fortezza. Cantieri della tramvia più traffico uguale delirio. L’altra mattina si sono registrate alcune crisi di nervi. Con imprecazio­ni dagli obiettivi dichiarati. Oggi, in compenso, dopo l’ultima sauna domestica, sta tuonando. Ora piove, ora piove a dirotto. La strada è allagata per colpa delle solite caditoie intasate, le grondaie non ricevono più, l’acqua cala dagli stipiti. Stracci e secchi, forza che forse non si annega. Che bello l’agosto in città. Dopo un’ora si respira. L’alfa sembra sparita. Ma dura poco. In poche ore tutto torna come prima. Come la voglia del mare d’agosto. L’anno prossimo non si sgarra. E chissà, magari ci ritroverem­o in due gatti sulla spiaggia, perché il resto del mondo sarà tutto preso a provare le delizie dell’agosto in città...

(Paolo Ermini)

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