TRASPARENZA SULLA MOSCHEA
Fino a pochi mesi fa, Figline era nota soprattutto come città natale di Marsilio Ficino. Dal prossimo settembre potrebbe essere ricordata come la città toscana in cui la comunità musulmana dispone del più ampio luogo di preghiera in rapporto al numero degli abitanti. L’apertura di un centro islamico in Valdarno non è un fulmine a ciel sereno, ma la risultante di un percorso decennale. Il fondo destinato a ospitare questo «luogo di aggregazione» è stato comprato all’asta, per circa 300 mila euro, senza concorso di denaro pubblico. La prospettiva della sua apertura ha suscitato reazioni, anche se è onesto ammettere che se una moschea è stata aperta persino nella città santa della Cristianità, con ben diverso impatto estetico, il centro islamico di Figline, ubicato nella periferica via della Comunità Europea, non costituisce di per sé motivo di scandalo. Si può discutere sinché si vuole se il cardinal Biffi non avesse la sua parte di ragione quando auspicava, all’alba del nuovo millennio, una diversa regolazione dei flussi migratori. Ma non si può negare a priori il diritto di riunione ai musulmani regolarmente residenti nella penisola. Poste queste premesse, l’apertura di un centro islamico a Figline sollecita alcune risposte. Intanto, la città di Marsilio Ficino non è una metropoli: la presenza di un luogo di aggregazione per i musulmani rischia di farne una piccola Mecca del Valdarno, attraendo magari fedeli anche da Firenze, visti i rapidi collegamenti ferroviari dal capoluogo. L’imam Izzeddin assicura che non saranno accolti più di 300 fedeli, ma i controlli appaiono problematici. L’altro interrogativo, molto più grave, riguarda i finanziamenti. L’imam ha dichiarato che l’acquisto del fondo sia stato reso possibile da una sottoscrizione promossa dalla comunità islamica del Valdarno e da quella fiorentina: è una precisazione rassicurante, ma avrebbe bisogno di essere asseverata da una rigorosa documentazione anche bancaria, vista la presenza di fondazioni alimentate dai petrodollari di Stati fondamentalisti, che promuovono non disinteressatamente la costruzione di moschee. Trecentomila euro non sono pochi, per un piccolo centro come Figline. Izzeddin è esponente di un islam moderato e alieno da fondamentalismi, ma non può comportarsi come quell’ufficiale che vinceva sempre a poker senza scoprire le carte perché minacciava di sfidare a duello chi metteva in discussione la sua parola. Un’Europa insanguinata dal terrorismo ha il diritto di dire «Vedo».