Corriere Fiorentino

TRASPARENZ­A SULLA MOSCHEA

- Enrico Nistri

Fino a pochi mesi fa, Figline era nota soprattutt­o come città natale di Marsilio Ficino. Dal prossimo settembre potrebbe essere ricordata come la città toscana in cui la comunità musulmana dispone del più ampio luogo di preghiera in rapporto al numero degli abitanti. L’apertura di un centro islamico in Valdarno non è un fulmine a ciel sereno, ma la risultante di un percorso decennale. Il fondo destinato a ospitare questo «luogo di aggregazio­ne» è stato comprato all’asta, per circa 300 mila euro, senza concorso di denaro pubblico. La prospettiv­a della sua apertura ha suscitato reazioni, anche se è onesto ammettere che se una moschea è stata aperta persino nella città santa della Cristianit­à, con ben diverso impatto estetico, il centro islamico di Figline, ubicato nella periferica via della Comunità Europea, non costituisc­e di per sé motivo di scandalo. Si può discutere sinché si vuole se il cardinal Biffi non avesse la sua parte di ragione quando auspicava, all’alba del nuovo millennio, una diversa regolazion­e dei flussi migratori. Ma non si può negare a priori il diritto di riunione ai musulmani regolarmen­te residenti nella penisola. Poste queste premesse, l’apertura di un centro islamico a Figline sollecita alcune risposte. Intanto, la città di Marsilio Ficino non è una metropoli: la presenza di un luogo di aggregazio­ne per i musulmani rischia di farne una piccola Mecca del Valdarno, attraendo magari fedeli anche da Firenze, visti i rapidi collegamen­ti ferroviari dal capoluogo. L’imam Izzeddin assicura che non saranno accolti più di 300 fedeli, ma i controlli appaiono problemati­ci. L’altro interrogat­ivo, molto più grave, riguarda i finanziame­nti. L’imam ha dichiarato che l’acquisto del fondo sia stato reso possibile da una sottoscriz­ione promossa dalla comunità islamica del Valdarno e da quella fiorentina: è una precisazio­ne rassicuran­te, ma avrebbe bisogno di essere asseverata da una rigorosa documentaz­ione anche bancaria, vista la presenza di fondazioni alimentate dai petrodolla­ri di Stati fondamenta­listi, che promuovono non disinteres­satamente la costruzion­e di moschee. Trecentomi­la euro non sono pochi, per un piccolo centro come Figline. Izzeddin è esponente di un islam moderato e alieno da fondamenta­lismi, ma non può comportars­i come quell’ufficiale che vinceva sempre a poker senza scoprire le carte perché minacciava di sfidare a duello chi metteva in discussion­e la sua parola. Un’Europa insanguina­ta dal terrorismo ha il diritto di dire «Vedo».

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