Equilibrio e follia, per sorprendere tutti
Viola rivoluzionati, tocca al mister fare miracoli. Almeno in questa prima fase
Se ne sono andati quasi tutti, sette titolari, i leader del vecchio spogliatoio, gli uomini che si erano legati prima a Montella e poi a Paulo Sousa. Una rivoluzione senza precedenti.
E al di là dell’Inter, stasera a San Siro, una montagna impervia da scalare, è lecito chiedersi che squadra è questa Fiorentina, rivoluzionata e ringiovanita da Pantaleo Corvino con la benedizione dei fratelli Della Valle. Non è un caso che il contratto del direttore generale sia stato allungato proprio quando il mercato (in entrata) è arrivato agli sgoccioli. Ora però si gioca. E il campo non fa sconti. La Viola ha perso in qualità e esperienza, ma ha caratteristiche che possono affascinare Firenze e la sua gente: giovane, la più giovane della serie A, sbarazzina, motivata, entusiasta. La scorsa stagione, il tramonto di un ciclo, la sensazione è che, anche per colpa di Paulo Sousa, più abile a dividere che ad allenare, la squadra abbia reso meno e perso una grande occasione: non solo in Europa League contro il Borussia Moenchengladbach, ma soprattutto in campionato.
Quest’anno il manifesto è l’unità di intenti. Tutti remano dalla stessa parte: Corvino, Antognoni, Pioli, gli stessi giocatori. Un’asse forte che servirà nei momenti duri. L’inizio è particolarmente complicato perché Chiesa è squalificato a San Siro, Saponara infortunato sino a dopo la sosta per le Nazionali e i nuovi ancora non sono amalgamati. L’allenatore, in questa fase, dovrà fare miracoli. Nella lunga estate calda ha tenuto la barra dritta e non ha mai perso convinzione, condividendo le scelte, anche dolorose, del rinnovamento. Il progetto è intrigante ma non privo di incognite. Bernardeschi è stato sostituito da un giovane di sicuro avvenire come Gil Dias, tanto che per rito scattarlo tra due anni la Fiorentina dovrà versare al Monaco 20 milioni e successivamente concedere altri soldi in caso di futura rivendita, ma un conto è il campionato portoghese e un altro quello italiano.
Anche Benassi è bravo, un vero colpo di mercato, al pari dei difensori Hugo e Pezzella. Però, almeno in teoria, l’impressione è che nella batteria degli incursori manchi qualche gol. E Giovanni Simeone, che già scalda il cuore dei fiorentini, è un attaccante dalle grandi potenzialità, ma non gli potremo chiedere tutto e subito anche perché è chiama- a sostituire Kalinic, un attaccante strutturato che segna e apre spazi. Gli esterni bassi andranno messi alla prova. In compenso la difesa è solida, la mediana tosta e la conferma di Badelj (uno dei pochi sopravvissuti) invocata da Pioli garantisce equilibrio. Servono determinazione, coraggio e un pizzico di follia. Perché la corsa è dura e le concorrenti agguerrite. Sulla carta le prime cinque, Juve, Napoli, Roma e le due milanesi, sembrano fuori portata, ma nella griglia rischiamo di partire dietro anche Lazio e Torino. Però c’è un’aria nuova e gli avvelenatori del pozzo viola, uno a uno, se ne sono andati. Ogni campionato porta una sorpresa: e se stavolta fosse proprio la giovane Fiorentina?