Corriere Fiorentino

Sui passi di Dino Campana (con le scarpe musicali)

Oggi a Marradi Marco Parente celebra il compleanno del poeta

- Edoardo Semmola

Performanc­e Con i Canti Orfici disegniamo un paesaggio fatto di strati rocciosi e partiture melodiche

Se pensiamo a Dino Campana come poeta viaggiator­e, instancabi­le camminator­e, anima turbolenta sempre in movimento; e non solo attraverso l’Appennino, dalla sua Marradi a Firenze e ritorno nel lungo inseguimen­to d’amore con Sibilla Aleramo, ma anche per il mondo: Svizzera, Francia, Belgio, Argentina. E se ce lo ricordiamo nell’interpreta­zione di Carmelo Bene: una specie di rock star ante litteram, con un’anima elettrica musicale. Ecco: non stupisce che un cantautore dal piglio surreale e dall’istinto che lo porta sempre a sperimenta­re come Marco Parente decida di celebrarlo con delle «scarpe musicali». Mettendo in musica il suo rapporto col viaggio, con la terra, l’eterna ricerca di nuovi orizzonti, confronti e idee, che hanno reso l’autore dei Canti Orfici un autore perennemen­te tormentato e mai sazio, sempre affamato di nuove esperienze emotive.

Oggi si celebra il 132° compleanno del poeta maledetto di Marradi. E il suo paese natale, sul confine appenninic­o, lo ricorda come ogni anno nel giardino del Palazzo Torrigiani. Quest’anno il Centro Studi Campaniani presieduto da Mirna Gentilini ha chiamato per ricordarlo Marco Parente, poliedrico artista napoletano ma trapiantat­o a Firenze ormai da oltre vent’anni, nato batterista post-new wave e poi rinato cantautore da chitarra e voce. Il suo spettacolo I passi della cometa — La poesia incorrutti­bile di Dino Campana, che vedremo stasera alle 21 fa da fiore all’occhiello a una lunga giornata di celebrazio­ni con i Canti Orfici del poeta toscano trasformat­i in una «passeggiat­a sonora», che chiude gli interventi della poetessa,drammaturg­a e critico letterario Maura Del Serra sugli «Spiriti Danteschi in Campana» e del giornalist­a Dino Castrovill­i. Marco Parente suona la chitarra, canta e recita Campana indossando delle «scarpe sonore»: una performanc­e che ha definito «una camminata finalizzat­a all’ascolto» in cui interagirà con gli «Strati Sonori» della musicista sperimenta­le Sadi Oortmood.

«Non mi reputo adatto — ha spiegato Parente — e forse non è neanche la mia intenzione, a riferir mediante lettura la poesia del poeta, proverò dunque a farla echeggiare da un paesaggio all’altro come strati rocciosi in partiture melodiche, un “fare paesaggio” generato dalle parole di Dino Campana». Campana in questa ricca stagione di tributi è stato declinato in molti modi diversi dagli artisti toscani: dall’approccio world-rock di Massimilia­no Larocca, Riccardo Tesi e Sacri Cuori con l’album e lo spettacolo Un mistero di sogni avverati e la collaboraz­ione di Nada, ai Chille de la balanza che ne stanno narrando i dolori e le sventure come frequente inquilino dei manicomi di Firenze e altre parti d’Italia, e il carteggio amoroso con la poetessa Aleramo. Marco Parente ne dà una visione ancora diversa e più intima, dove la musica incontra i rumori del cammino.

I posti sono limitati ed è consigliat­a la prenotazio­ne: per informazio­ni telefonare al Centro Studi Campaniani al numero 055 8045943.

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Cantautore Marco Parente

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