Vaccini e scuola, svolta toscana
Mezzo milione di famiglie non dovrà presentare i certificati. Faranno tutto le tre Asl
Oltre 460 mila famiglie si risparmieranno la fila agli sportelli delle aziende sanitarie per dimostrare che sono in regola coi vaccini. La legge sull’obbligo vaccinale sarà applicata con una procedura semplificata in tutta la Toscana, dopo l’intesa tra Regione e Asl. Saranno le scuole a comunicare alle Asl gli elenchi delle classi con i nomi dei ragazzi. Le Asl poi convocheranno solo chi risulta non in regola.
Saccardi Sfruttando la tecnologia con le anagrafi vaccinali informatizzate, le Asl cercano di andare incontro ai genitori e alle amministrazioni comunali e della scuola
Una valanga di certificati, oltre 460.000, che le Asl Toscane non saranno costrette ad emettere. E altrettante famiglie che così si risparmieranno la fila agli sportelli delle aziende sanitarie. La legge sull’obbligo vaccinale sarà applicata con una procedura semplificata in tutta la Regione, così i genitori dei bambini in regola con i vaccini di non dovranno fare assolutamente nulla.
L’accordo, preannunciato da settimane per l’Asl Toscana Centro, è stato siglato ieri anche con le Asl Nord-Ovest e Sud-Est, assieme a Regione, Anci (associazione dei Comuni) e ufficio scolastico regionale. Niente balletto delle autocertificazioni, né dei certificati veri e propri, quindi. Saranno le scuole a comunicare alle Asl gli elenchi delle classi con i nomi dei ragazzi: le aziende verificheranno lo stato vaccinale di ciascuno studente da 0 a 16 anni e convocheranno solo chi risulta non in regola. Il primo passo, durante il faccia a faccia con i genitori, sarà verificare se le informazioni dell’anagrafe sono corrette: per escludere eventuali vaccinazioni ancora non registrate nel sistema informatico, per verificare eventuali immunizzati (come nel caso di bambini che ad esempio hanno già contratto il morbillo; in caso di dubbio non basterà la dichiarazione dei genitori e l’Asl disporrà l’analisi sugli anticorpi) o per stabilire se un bambino per ragioni di salute abbia diritto all’omissione o al differimento del vaccino (come chi ha immunodepressione) e quindi non può essere vaccinato ma ha diritto di andare a scuola. A quel punto le Asl proporranno un piano di recupero ai genitori dei bambini e ragazzi che devono essere vaccinati. Soltanto nel caso di un «no» da parte dei genitori (o, successivamente, di un mancato rispetto delle vaccinazioni fissate), le Asl faranno scattare le multe. Per le scuole dell’obbligo (elementari, medie e superiori da 6 a 16 anni), non è prevista l’esclusione dalla classe e saranno le stesse aziende sanitarie a comminare le sanzioni previste dalla legge, da 100 a 500 euro. Per quanto riguarda la fascia da 0 a 6 anni invece non sono previste multe, ma l’esclusione da asili nido e materne. Le Asl dovranno perciò comunicare alle scuole e all’autorità competente i non vaccinati da allontanare dalle classi: a provvedere dovranno essere i Comuni, responsabili sulle scuole comunali e sulle private; nei rari casi di materne statali la segnalazione arriverà agli uffici scolastici regionale e provinciale. L’espulsione da scuola sarà il capitolo più spinoso di tutta l’applicazione della nuova legge. Non per caso, il responsaarrivare bile nazionale scuola dell’Anci e vice sindaca di Firenze, Cristina Giachi, favorevole all’obbligo vaccinale, aveva chiesto invano a Parlamento e governo di ritardare l’applicazione della legge alla fine dell’anno scolastico. Per non creare disagi eccessivi ai bambini e scontri con i genitori anti-vax.
In questi giorni dalle scuole alle Asl stanno arrivando gli elenchi delle classi; la settimana prossima, massimo quella successiva, cominceranno ad le telefonate ai genitori. Ci vorranno mesi per completare i controlli e segnalare tutti quelli che rifiuteranno di mettersi in regola. Le Asl avranno tempo fino al 10 marzo 2018. È quindi quasi inevitabile che si verifichino casi di bambini che, iniziato l’asilo nido o la materna, saranno allontanati dal proprio banco durante il corso dell’anno. Molto dipenderà dalla rapidità con cui i Comuni applicheranno la legge. Per chi non ha alcuna vaccinazione ma si metterà invece in regola, gli esperti prevedono che serviranno circa sei mesi per completare tutti i richiami. Ma per essere a posto basta aver prenotato l’appuntamento: per fare i vaccini c’è tempo fino a fine anno scolastico.
L’accordo firmato ieri a Firenze rappresenta una sorpresa: l’Asl Centro aveva annunciato di voler evitare il sistema dei certificati, anche le altre due aziende si sono unite al modello. «In realtà — dice il direttore generale dell’Asl Sud-Est, Enrico Desideri — ci lavoravamo da mesi». Il modello toscano anticipa, grazie alle anagrafi vaccinali informatizzate, quel che per legge dovrà avvenire in tutta Italia tra due anni. Un merito, ma anche una necessità, specie per l’Asl Centro: è la più grande d’Italia e 200.000 certificati sarebbero stati uno scoglio difficile da sormontare. «Le Asl — dice l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi — sfruttando la tecnologia cercano di andare incontro ai genitori e alle amministrazioni comunali e della scuola». «Abbiamo raggiunto l’obiettivo — le fa eco Giachi — Semplificare le procedure per favorire le famiglie».
Giachi Abbiamo raggiunto l’obiettivo, ovvero semplificare le procedure per favorire le famiglie ed evitare loro di fare le certificazioni