Pd, rivolta da Livorno: congresso subito
Dirigenti e iscritti contro il partito regionale: «Rinnovamento, o rivincerà il M5S»
Ben 52 tra iscritti e dirigenti dell’assemblea comunale del Pd labronico di tutte le correnti, compresi i renziani, in rivolta contro i vertici del partito regionale, a cui chiedono formalmente l’indizione di un congresso anticipato per eleggere i nuovi segretari cittadini e provinciali del partito. Il motivo? «Se non ci rinnoviamo, nel 2019 non potremmo strappare il Comune ai grillini», dicono all’unisono.
Ben 52 tra iscritti e dirigenti dell’assemblea comunale del Pd labronico di tutte le correnti, compresa una buona fetta di renziani, in rivolta contro i vertici del partito regionale, a cui chiedono formalmente l’indizione di un congresso anticipato per eleggere i nuovi segretari cittadini e provinciali del partito.
Il motivo? Lo riassume chiaramente Francesco Gazzetti, consigliere regionale livornese e renziano: «I congressi sono sacrosanti: facciamoli in autunno, così avremo davanti un anno e mezzo di tempo per organizzarci e tornare con forza sul territorio, aprendo il partito per recuperare consensi. Solo così potremo pensare di rivincere le amministrative, salvando la città dal malgoverno dei grillini». La brusca reazione della base democratica livornese arriva dopo che, un mese fa alla Festa de l’Unità locale, il vice segretario toscano Antonio Mazzeo spiegò che, in base alle direttive nazionali, il congresso a Livorno non rientrava nelle tempistiche percorribili. L’ultimo congresso del Pd livornese fu celebrato dopo la clamorosa vittoria del M5S nella città in cui fu fondato il Pci. Quel tentativo di rifondazione, però, ad oggi non sembra aver rivitalizzato il partito locale che, in mancanza di una forte scossa, specie se il congresso locale si tenesse troppo a ridosso delle urne, difficilmente potrebbe strappare il Comune al sindaco Nogarin.
«Il nostro unico obiettivo è tornare a vincere nel 2019, proponendo alla città non solo nomi e volti ma idee e progetti — si legge nella lettera-appello pro congresso — Costruendo proposte e percorsi che coinvolgano tutte le risorse interne e che siano in grado di dialogare con le energie, le idee ed i mondi che rendono unica ed eccezionale la città di Livorno. Ecco perché, raccogliendo convintamente l’appello rivoltoci dal nostro segretario nazionale Matteo Renzi, siamo pronti a mobilitarci per questa sfida che guarda alla città e, soprattutto, alla creazione di possibilità ed opportunità per il futuro di tutta la comunità livornese».
In altre parole, i 52 chiedono di individuare due nuove guide che, rispetto all’attuale segretario comunale (Bellandi, ex rossiano ora in quota Martina) e provinciale (il renziano Bacci), aprano il partito anche alla società civile, per recuperare quei voti che consentano di provare a tornare forza di governo.
«Il partito regionale, rispetto a questa vicenda non ha leve concrete, se non quelle di contattare il segretario provinciale e quello comunale per capire le motivazioni che spingono alcuni iscritti e dirigenti del nostro partito a chiedere un congresso anticipato», replica Antonio Mazzeo, vice del segretario toscano Parrini. Di certo, dopo le ultime e clamorose sconfitte (Pistoia conquistata da Fratelli d’Italia e Carrara dai grillini), lunedì a Firenze è prevista la prima resa dei conti. Durante la segreteria regionale del partito, Parrini dovrà presentare un piano per rilanciare il Pd: a primavera si voterà a Pisa, Siena e Massa e perdere anche qui sarebbe un record negativo impossibile da ripetere per i dem. Ma sarà anche la sede per discutere della rivolta di Livorno, dove il partito si riunirà l’11 settembre, quando i 52 attenderanno delle risposte.