Corriere Fiorentino

Quel massacro di civili lungo tre giorni

Nell’agosto del 1944 i nazifascis­ti rasero al suolo Vinca e uccisero 170 persone

- Mauro Bonciani

C’era anche l’eccidio di Vinca nelle carte dell’armadio della vergogna. Eppure a Perugia nel 1950 alcuni repubblich­ini che partecipar­ono alla strage, accanto alla famigerata 16esima divisione SS Reichführe­r comandata da Walter Reder e formata da fanatici nazisti, erano stati riconosciu­ti colpevoli e condannati. Ma l’oblio, assieme alle amnistie, presto ripiombò su quei tragici fatti dell’agosto 1944, complice l’occultamen­to dei fascicoli sulle stragi nell’armadio definito dal giornalist­a Franco Giustolisi «della vergogna» e rimasto nascosto nei locali della procura militare di Roma fino al 1994. Eppure i fatti erano noti. E chiari: Vinca fu rasa al suolo e saccheggia­ta, oltre 170 persone tra donne, uomini e bambini — neppure un partigiano, dato che non c’erano — furono massacrate per tre giorni, le violenze furono selvagge e accanto ai tedeschi ci fu un centinaio di uomini della 40esima Brigata Nera di Carrara della Repubblica di Salò. Tutto iniziò la mattina del 24 agosto 1944, dopo che i nazifascis­ti avevano ucciso 180 persone a San Terenzo Monti e Bardine di San Terenzo come «rappresagl­ia» per la morte di 17 tedeschi ad opera dei partigiani. Come si legge nella sentenza del 1950, 29 vittime erano donne e bambini, una bimba di due mesi fu usata come bersaglio, una donna impalata, l’altra, incinta, sventrata, tre anziani bruciati vivi con il lanciafiam­me... Solo nel 2009 nove militari tedeschi furono condannati all’ergastolo dal Tribunale militare di Roma per aver partecipat­o alla strage.

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La commemoraz­ione di ieri a Vinca

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