Corriere Fiorentino

E il Viareggio ricorda le «lettere» di Gramsci

Un convegno sul leader del primo Pci e la finale del premio Rèpaci

- Simone Dinelli

Storia, politica e cultura al centro del weekend per Viareggio, che ospita fra oggi e domani un doppio appuntamen­to collegato al Premio «Viareggio Rèpaci». A 88 anni dalla prima edizione, gli organizzat­ori intendono celebrare il 70° anniversar­io dell’assegnazio­ne del premio ad Antonio Gramsci e alle sue Lettere dal carcere, nel 1947. Ecco dunque questo pomeriggio alle 17,30 il convegno Antonio Gramsci fra letteratur­a e politica all’interno di Villa Paolina, tornata a essere uno dei poli culturali della città e che ospita da pochi mesi la sede permanente del premio. Per l’occasione, verrà inaugurato lo speciale fondo dedicato al «Viareggio Rèpaci» e intitolata una sala a Gabriella Sobrino. Il collegamen­to con le arti figurative è un cardine del premio: il percorso espositivo presenta una selezione cronologic­a di opere di autori del Novecento quali Primo Conti, Renato Guttuso, Emilio Greco, Corrado Cagli, Mino Maccari, Alberto Sughi, Enrico Baj, Mario Marcucci, Sandro Luporini, Piero Guccione, Sergio Vacchi, arricchita da una serie di medaglie commemorat­ive realizzate dagli artisti del Premio. Esposti anche 5 foulard La locandina di questa edizione del Viareggio Rèpaci «Macché lavarli, con tutta la buccia, mi viene l’acquolina in bocca… Ah, senti: poco fuori del paese, dopo l’acquedotto, c’era una segheria. Io ero incantato dal profumo del legno tagliato, entravo e mi mettevo a guardare, per ore, e ad aspirare l’odore… È stupendo l’odore del legno… I trucioli che frusciavan­o sotto i piedi… Secondo me, veniamo tutti dagli alberi… — Fece una breve pausa, quindi: - E le stelle, le stelle!»

«Le stelle erano diverse da come sono qui?». «Molto diverse!, Luccicavan­o di più e io non mi stancavo mai di ammirarle».

Ero sorpresa da quei racconti. Come mi piaceva, quel tipo! «E poi?» chiesi. «Siamo venuti in città e subito mi hanno detto: di seta, dono alla città del senatore Alessandro Lippi che raffiguran­o opere degli artisti ai quali venivano dedicate delle personali nell’ambito del Premio. Domani alle 21 si terrà nella sala Tobino del centro congressi Principe di Piemonte la serata finale del «Viareggio Rèpaci 2017», con le premiazion­i per le migliori opere pubblicate nell’ultimo anno suddivise in narrativa, saggistica e poesia. I finalisti per la narrativa sono: Gianfranco Calligaric­h con La malinconia dei Crusich, Mauro Covacich con La città interiore, Donatella Di Pietranton­io con L’Arminuta. Per la poesia: Franco Arminio Cedi la strada agli alberi, Stefano Carrai con La traversata del Gobi, Paolo Lanaro con Rubrica degli inverni. Per la saggistica: Francesco Paolo De Ceglia con Il segreto di san Gennaro, Giuseppe Montesano con Lettori selvaggi, Sandro Pazzi con La donazione dimenticat­a. L’incredibil­e vicenda della Collezione Contini Bonacossi. Un Premio Speciale è stato assegnato a Luciano Luisi per il volume Tutta l’opera in versi 1944-2015. “Qui non si scherza, caro mio, bisogna rispettare le regole, comportars­i bene, mettere giudizio, altrimenti poi che fai? … Non puoi restare sempre un burattino…” E addio libertà, addio divertimen­to….». «E non è giusto, secondo te?» lo provocai. «Ma se ci fosse un paese dei balocchi, tu non scapperest­i?...». « Lo sai come finirebbe». «Sì, ma mettiamo che quando s’esce da scuola passa un bus pieno di ragazzi destinazio­ne paese dei balocchi. Niente libri, niente lezioni, niente compiti, niente orari, niente regole… Tu non ci saliresti?». «Non so se avrei il coraggio…». «Certo che avresti il coraggio! Con me, no? Mica per sempre: per un po’ di tempo. Tanto poi, quando si torna e si rientra nelle regole, dura per sempre, capisci? Per sempre!». «Non lo so, — replicai — proprio non lo so…».

Tacque, pensieroso e serio serio. Istintivam­ente gli presi una mano: «Non essere triste, — mormorai — la vita ci obbliga a crescere e a compiere il nostro dovere… In fondo quello che conta è conservare un cuore buono…».

Lui mi guardò di nuovo intensamen­te, stavolta senza ironia: «Hai ragione, — disse — però… — aggiunse con un sorriso malizioso — pensa come sarebbe bello restare un po’ pazzerelli, un po’ pinocchi…». L’avevo capito che ti piace Pinocchio» dissi. «Fin quando è fantastica quella storia? Finché lui è un burattino di legno e combina un sacco di guai! Poi scompare: a chi interessa la vita di un ragazzo a modo, ubbidiente, insomma perbene?». «Non si può vivere senza regole» mormorai.

Mi fissò di nuovo negli occhi e mi puntò un dito sulla punta del naso: «Ah! — esclamò ridendo — Tu sei una grilla parlante!». Negai con forza: «No, non sono una grilla, io!». «A no? — replicò — Allora vediamo se hai il coraggio di…». «Di che?» lo provocai.

Abbassò la voce e: «Di fare uno scherzo all’insegnante di matematica» disse. «Che scherzo?» replicai. «Delle bullette sulla sedia…».

In quel momento squillò la campanella della fine dell’intervallo. «Ci sto!» mi scappò detto d’impulso e per la prima volta ebbi una gran voglia di fare marachelle. «Poi ci mettiamo d’accordo» disse, ed entrammo.

4. Continua. Le prime tre storie sono uscite il 3, il 9 e il 20 agosto.

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