RAGGI, LEMMETTI E IL RISCHIO RIDICOLO
In una società permeata dai disvalori grillini, nella quale non si distinguesse un’indagine da una condanna, in cui l’onere della prova fosse solo quello che dimostri l’innocenza dell’indagato — la colpevolezza? Data per scontata — i Cinque stelle non sopravvivrebbero a se stessi.
Cadrebbero sotto i colpi del proprio cannone e dei propri codici di regolamentazione, fra scontrini non rendicontati e assessori indagati che diventano assessori in un altro Comune. D’altronde, i grillini ultimamente non fanno altro che lamentarsi delle regole che si sono dati o, senza lamentarsene, le contraddicono e se ne infischiano. Ci sono quelli come Max Bugani, braccio destro del Casalgrillo, che vorrebbero rimettere in discussione il limite del doppio mandato a una carica istituzionale. Poi c’è il caso della settimana, Gianni Lemmetti, ex assessore della giunta di Filippo Nogarin a Livorno appena sbarcato a Roma come assessore al bilancio. Il commercialista Lemmetti è indagato per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e abuso d’ufficio nell’inchiesta su Aamps che coinvolge anche il sindaco di Livorno. Niente di male per i garantisti della prima ora; un disastro invece per chi sceglie di usare cinque stelle, due pesi e due misure. Sono passati appena due anni da quando Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, disse in un’intervista a La Stampa che basta essere indagato per non potersi più candidare: «Dipende dal tipo di reato. Se sei indagato per abuso d’ufficio sì. È un reato grave. Se sei indagato stai fermo un giro. Poi vediamo se la politica si decide ad accelerare i processi». Nel frattempo sono successe molte cose, compreso un avviso di garanzia per la stessa Raggi, anticipato da un codice di comportamento «garantista» votato online: «La ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un’avviso di conclusione delle indagini non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso». Il contratto firmato con la Casaleggio Associati però dalla stessa Raggi e dai candidati al Consiglio comunale di Roma, la cui violazione può costare 150 mila euro, dice proprio il contrario. L’accordo prevede che chi assume un incarico dichiari «di non essere a conoscenza di essere sottoposto a indagini o procedimenti penali». Lemmetti dunque ha avuto un lasciapassare? Non ha firmato il contratto? Bene, basta dirlo. Persino Marco Travaglio venerdì sul Fatto Quotidiano è stato costretto ad ammettere che siamo arrivati alle comiche. «L’arrivo a Roma del quarto assessore al Bilancio in un anno, senza contare i valzer all’Ambiente, all’Urbanistica, all’Ama (rifiuti) e all’Atac (trasporti) è l’ennesima prova del dilettantismo, del pressappochismo, dell’improvvisazione e dell’inesperienza con cui non solo Virginia Raggi, ma tutto il M5S hanno affrontato un’impresa già di per sé disperata: governare Roma», ha scritto Travaglio. E «se la Raggi e i vertici M5S pensano che Lemmetti replicherà a Roma il piccolo miracolo livornese, possono pure assumersi il rischio di arruolare un indagato. Ma devono spiegare perché ciò che valeva per Muraro e De Dominicis non vale per Lemmetti. Ne va della trasparenza: spetta ai partiti valutare il merito di un “avviso” e deciderne le conseguenze politiche; ma se poi, anziché l’archiviazione, arrivasse il rinvio a giudizio, bisognerebbe cercare il quinto assessore. E supererebbe il ridicolo». Francesco De Dominicis, infatti, che restò in carica come assessore al bilancio per qualche giorno, fu fatto dimettere perché, dissero i Cinque Stelle, era indagato. Dunque che differenza c’è fra De Dominicis e Lemmetti? Non lo sappiamo. D’altronde, Grillo ama dire «fidatevi di me». Lo fece a Genova quando ritirò la candidata Marika Cassimatis, scelta attraverso un voto online, perché non gradita. «Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non possiamo permetterci di candidare persone di cui non siamo sicuri al 100 per cento», spiegò sul Sacro Blog. Insomma, bisogna sempre fidarsi di Grillo e della Casaleggio Associati. A Livorno, a Genova, a Roma. Il problema è che i cittadini non hanno eletto la Casaleggio Associati, ma hanno scelto democraticamente i loro rappresentanti.
Differenze Il neo assessore ai conti è indagato per reati gravi, De Dominicis per un’inchiesta fu rimosso dopo qualche giorno Qual è la differenza?