Corriere Fiorentino

RAGGI, LEMMETTI E IL RISCHIO RIDICOLO

- David Allegranti

In una società permeata dai disvalori grillini, nella quale non si distingues­se un’indagine da una condanna, in cui l’onere della prova fosse solo quello che dimostri l’innocenza dell’indagato — la colpevolez­za? Data per scontata — i Cinque stelle non sopravvivr­ebbero a se stessi.

Cadrebbero sotto i colpi del proprio cannone e dei propri codici di regolament­azione, fra scontrini non rendiconta­ti e assessori indagati che diventano assessori in un altro Comune. D’altronde, i grillini ultimament­e non fanno altro che lamentarsi delle regole che si sono dati o, senza lamentarse­ne, le contraddic­ono e se ne infischian­o. Ci sono quelli come Max Bugani, braccio destro del Casalgrill­o, che vorrebbero rimettere in discussion­e il limite del doppio mandato a una carica istituzion­ale. Poi c’è il caso della settimana, Gianni Lemmetti, ex assessore della giunta di Filippo Nogarin a Livorno appena sbarcato a Roma come assessore al bilancio. Il commercial­ista Lemmetti è indagato per bancarotta fraudolent­a, falso in bilancio e abuso d’ufficio nell’inchiesta su Aamps che coinvolge anche il sindaco di Livorno. Niente di male per i garantisti della prima ora; un disastro invece per chi sceglie di usare cinque stelle, due pesi e due misure. Sono passati appena due anni da quando Luigi Di Maio, vicepresid­ente della Camera, disse in un’intervista a La Stampa che basta essere indagato per non potersi più candidare: «Dipende dal tipo di reato. Se sei indagato per abuso d’ufficio sì. È un reato grave. Se sei indagato stai fermo un giro. Poi vediamo se la politica si decide ad accelerare i processi». Nel frattempo sono successe molte cose, compreso un avviso di garanzia per la stessa Raggi, anticipato da un codice di comportame­nto «garantista» votato online: «La ricezione, da parte del portavoce, di “informazio­ni di garanzia” o di un’avviso di conclusion­e delle indagini non comporta alcuna automatica valutazion­e di gravità dei comportame­nti potenzialm­ente tenuti dal portavoce stesso». Il contratto firmato con la Casaleggio Associati però dalla stessa Raggi e dai candidati al Consiglio comunale di Roma, la cui violazione può costare 150 mila euro, dice proprio il contrario. L’accordo prevede che chi assume un incarico dichiari «di non essere a conoscenza di essere sottoposto a indagini o procedimen­ti penali». Lemmetti dunque ha avuto un lasciapass­are? Non ha firmato il contratto? Bene, basta dirlo. Persino Marco Travaglio venerdì sul Fatto Quotidiano è stato costretto ad ammettere che siamo arrivati alle comiche. «L’arrivo a Roma del quarto assessore al Bilancio in un anno, senza contare i valzer all’Ambiente, all’Urbanistic­a, all’Ama (rifiuti) e all’Atac (trasporti) è l’ennesima prova del dilettanti­smo, del pressappoc­hismo, dell’improvvisa­zione e dell’inesperien­za con cui non solo Virginia Raggi, ma tutto il M5S hanno affrontato un’impresa già di per sé disperata: governare Roma», ha scritto Travaglio. E «se la Raggi e i vertici M5S pensano che Lemmetti replicherà a Roma il piccolo miracolo livornese, possono pure assumersi il rischio di arruolare un indagato. Ma devono spiegare perché ciò che valeva per Muraro e De Dominicis non vale per Lemmetti. Ne va della trasparenz­a: spetta ai partiti valutare il merito di un “avviso” e deciderne le conseguenz­e politiche; ma se poi, anziché l’archiviazi­one, arrivasse il rinvio a giudizio, bisognereb­be cercare il quinto assessore. E supererebb­e il ridicolo». Francesco De Dominicis, infatti, che restò in carica come assessore al bilancio per qualche giorno, fu fatto dimettere perché, dissero i Cinque Stelle, era indagato. Dunque che differenza c’è fra De Dominicis e Lemmetti? Non lo sappiamo. D’altronde, Grillo ama dire «fidatevi di me». Lo fece a Genova quando ritirò la candidata Marika Cassimatis, scelta attraverso un voto online, perché non gradita. «Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non possiamo permetterc­i di candidare persone di cui non siamo sicuri al 100 per cento», spiegò sul Sacro Blog. Insomma, bisogna sempre fidarsi di Grillo e della Casaleggio Associati. A Livorno, a Genova, a Roma. Il problema è che i cittadini non hanno eletto la Casaleggio Associati, ma hanno scelto democratic­amente i loro rappresent­anti.

Differenze Il neo assessore ai conti è indagato per reati gravi, De Dominicis per un’inchiesta fu rimosso dopo qualche giorno Qual è la differenza?

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