Corriere Fiorentino

Arrestate in gioielleri­a dopo il colpo fallito E libere dopo 24 ore

Avevano tentato un furto da 17 mila euro alla Ugo Piccini

- Simone Innocenti

Sono state scarcerate ieri mattine le due donne che erano state arrestate dai carabinier­i dopo aver tentato un colpo da 17.000 euro nella gioielleri­a di Ugo Piccini in via Por Santa Maria, a due passi da Ponte Vecchio. Le due donne, una colombiana di 27 anni e di una cubana di 45 anni, irregolari in Italia, hanno agito insieme ad un complice, che fungeva da «palo» e che è riuscito a darsi alla fuga all’arrivo dei carabinier­i allertati dal proprietar­io della gioielleri­a.

Il giudice Franco Attinà ha convalidat­o il fermo delle due donne, ma ha deciso che — a differenza di quanto chiesto dalla Procura — non finissero in carcere e neppure agli arresti domiciliar­i: dopo 48 ore dall’arresto sono quindi tornate in libertà. Non c’è un pericolo di fuga per le donne dato che, secondo il giudice, risultano avere un domicilio a Milano. La Procura aveva anche chiesto che, per le due presunte ladre, fossero riconosciu­te alcuni aggravanti come quelle di aver commesso il furto con destrezza.

Secondo la ricostruzi­one dei carabinier­i, infatti, le due donne, entrate in gioielleri­a e approfitta­ndo del fatto che la commessa era impegnata con un cliente, erano riuscite prelevare da una vetrina ben nove bracciali del valore complessiv­o di circa 17.000 euro: una delle due ladre aveva finto di essere interessat­a ad alcuni articoli facendo continue domande alla commessa in modo da distrarla e permettend­o così alla complice di rubare i gioielli.

La commessa però, intuito che qualcosa non andava, con l’aiuto della proprietar­ia ha allertato i carabinier­i chiamando il 112 e ha trattenuto le due donne nel negozio.

La prima chiamata alla centrale operativa è però arrivata da un pensionato che, in quel momento, si trovava in strada e avrebbe visto «sfrecciare» sulla bicicletta il «palo». È stato lui a dare l’allarme spiegando che c’era qualcosa che non andava.

Le due donne, alla convalida del fermo, hanno deciso di spiegare la loro versione dei fatti, decidendo così di non avvalersi della facoltà di non rispondere. Una delle due ha raccontato di essere entrata in gioielleri­a perché stava cercando un bagno mentre l’altra — la persona che avrebbe poi preso i preziosi — ha sostenuto che quei gioielli lei non li voleva prendere proprio. Una versione che è stata smentita dalla commessa. Sta di fatto che la merce sparita, una volta recuperata dai carabinier­i, è stata restituita alla gioielleri­a.

La gioielleri­a è situata ai piedi di un storico edificio del centro: la Torre degli Amidei, che fu costruita nel 1100 ed è l’unica torre, in quest’area, ad essere sopravviss­uta alla Seconda Guerra Mondiale. Un posto unico al mondo, insomma. Che — secondo i carabinier­i — era stato preso di mira dalle due presunte ladre, arrivate appositame­nte da Milano per mettere a segno il colpo.

 ??  ?? La gioielleri­a Ugo Piccini in Por Santa Maria, ai piedi della Torre degli Amidei, costruita nel 1100, vittima del colpo di giovedì
La gioielleri­a Ugo Piccini in Por Santa Maria, ai piedi della Torre degli Amidei, costruita nel 1100, vittima del colpo di giovedì

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