SE LA MATURITÀ VALE MENO DELL’ESAME DI GUIDA
In una piccola stazione di provincia qualche giorno fa mi è capitato di assistere ad un incontro tra una vecchia maestra (in realtà di mezza età, ma per gli ex studenti le maestre come si sa sono sempre delle vecchie maestre) e un suo ex scolaro che, da quel che diceva, si capiva essersi diplomato a luglio. Alla richiesta della maestra su come fosse andato l’esame di Stato, il giovane ha risposto senza alcuna esitazione che era stato ben più difficile e impegnativo sostenere quello per la patente. D’altra parte questa mia testimonianza conferma pienamente quanto negli ultimi anni mi viene detto da molti ex studenti che evidentemente sempre di più vivono il rito di passaggio all’età della maturità certamente non con l’esame finale del ciclo superiore che, e forse non a caso, non si chiama neanche più esame di maturità. Questo episodio mi ha fatto ulteriormente riflettere intorno alle recentissime dichiarazioni della ministra Fedeli circa la sua proposta di portare a 18 anni l’obbligo scolastico che mi sembra onestamente animata da un vizio quasi atavico nei nostri ministri della Pubblica istruzione. Quello cioè di accontentarsi della forma piuttosto che pensare alla sostanza. E per la scuola di questi ultimi decenni la sostanza consiste innanzitutto nel dare un senso alla scuola; un senso che spesso, per dirla con Vasco Rossi, purtroppo non ce l’ha, non essendo compito principale della scuola, come invece avviene attualmente, quasi solo quello di contenere i ragazzi senza però dare loro prospettive e progetti di vita e senza dare così al Paese fiducia nel futuro. Un futuro che ci richiede sempre più dei giovani preparati e pronti ad accettare l’impegnativa sfida con i loro coetanei di altri Paesi che investono anch’essi nella conoscenza senza tuttavia affidarla esclusivamente alla durata, bensì alla qualità dei loro corsi di studio. Ricordo che l’obbligo scolastico fino ai 18 anni non appartiene alla stragrande maggioranza dei Paesi cosiddetti avanzati e fra questi, in Europa, ricordiamo pure la Germania, l’Inghilterra, la Francia, la Finlandia, la Spagna, l’Austria, la Svezia... Intanto ci potremmo accontentare di ricostruire un sistema scolastico in grado di portare i giovani a sentire la scuola importante, e pertanto impegnativa, quanto il percorso che porta al superamento o meno dell’esame per la patente di guida. A questo siamo ridotti. I ministri però non lo sanno; mica frequentano le piccole stazioni di provincia!