Corriere Fiorentino

La caccia all’oro di Rossetti «Dopo Rio voglio il bis»

Da mercoledì via ai mondiali in Russia, i tiratori toscani in gara

- Marco Massetani

Se qualcuno temeva che l’oro di Rio potesse confondere le idee a un ragazzo di 22 anni, questi timori Gabriele Rossetti li ha mandati in frantumi, sbriciolan­doli come piattelli: dopo la gloria olimpica, un secondo posto nella prima prova di Coppa del Mondo 2017 a Nuova Delhi e l’argento europeo di Baku di inizio agosto.

Gabriele Rossetti, toscano di Ponte Buggianese — cresciuto a cartucce, spari e riflessi sui campi di allenament­o di Pieve a Nievole gestiti dal padre Bruno (che fu bronzo nello skeet a Barcellona 1992) — sembra aver assimilato la consapevol­ezza di essere il più forte tiratore al volo del pianeta nella specialità di famiglia. E di volerlo rimanere a lungo. A partire dagli imminenti Mondiali di Mosca, in programma da mercoledì fino all’11 settembre. «Cambiare in meglio dopo l’Olimpiade era un po’ difficile — ironizza il padre Bruno, che rimane il vero allenatore di Rossetti junior anche senza investitur­a ufficiale — Gabriele si merita di essere il numero uno, spara su altissimi livelli, sempre dai 122 piattelli in su. Può arrivare secondo, è vero, ma cambiano i vincitori e i podi mentre lui è sempre ai vertici. E rimasto ambizioso, motivato, sa cosa vuole fare della propria vita. Mi ha chiesto di aiutarlo nella preparazio­ne psicologic­a. Perché nel tiro a volo, dietro a ogni minimo errore tecnico, c’è sempre un errore mentale».

Gabriele annuisce e rilancia, con orgoglio. «Se vuoi essere un campione, devi stare sempre lì tra i primi. Dopo i Giochi, sono ripartito da capo. A questi Mondiali ci tengo, ancora mi devo qualificar­e per la finale di Coppa del Mondo di ottobre e la qualificaz­ione richiede una medaglia mondiale. Anche per questo motivo, voglio vincerli». La concorrenz­a nello skeet è spietata, come sempre. «Io non temo nessuno — continua Rossetti — Ho sempre pensato che per essere il migliore, devo superare i migliori. Non faccio nomi, ma dico che battere Vincent Hancock (lo statuniten­se vincitore di tre mondiali), sarebbe il massimo. I due secondi posti di questo 2017? C’è voglia di riscatto, sono mancati piccoli dettagli. Ormai dopo 10 anni di gare so bene come rompere un piattello. Un conto è romperlo in qualsiasi momento, un altro è riuscire a romperlo in quel preciso momento».

C’è un nuovo amico di viaggio che accompagne­rà Gabriele Rossetti nella competizio­ne iridata: il fucile high-tech Perazzi che il cecchino toscano ha imbracciat­o dopo Rio. «Per me è un onore fare parte del team Perazzi, e non credo esista niente di superiore a quest’arma — conclude Gabriele — Ora sento adesso di avere in mano quel qualcosa in più».

Oltre che da Gabriele Rossetti, la Toscana dello skeet sarà rappresent­ata a Mosca da altri due atleti. Ci sarà l’oro olimpico al femminile della specialità Diana Bacosi (umbra ma adottata dalla località senese di Cetona, dove risiede), e il 37enne pistoiese Riccardo Filippelli (allievo di Andrea Benelli, campione europeo 2016 a Lonato, con il record del mondo con 125/125). Grande assente ai Mondiali, proprio il direttore tecnico dello skeet, il fiorentino Benelli. Per lui una pausa di riflession­e chiesta alla Fitav (per motivi familiari, più che ragioni profession­ali). E se tornerà alla guida dei tiratori azzurri, non lo farà in ogni caso prima del 2018.

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A destra Gabriele Rossetti, oro ai Giochi di Rio Sopra Riccardo Filippelli, pistoiese, uno dei possibili toscani a medaglia
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