Corriere Fiorentino

Due piazze da riconquist­are

Santo Spirito e Santa Croce, i pusher sono tornati: più organizzat­i e pericolosi di prima

- a cura di Giulio Gori

«C on tutti questi spacciator­i io da questa piazza me ne andrò molto presto». Il paradosso è che a pronunciar­e questa frase è uno spacciator­e. Un pusher che da anni vende hashish in piazza Santo Spirito e che di scrupoli non se ne è mai fatti molti. Ma i nuovi arrivati, racconta, se ne fanno ancora di meno: non è questione di concorrenz­a, spiega, è che sono «pericolosi»: «Spacciano di tutto, anche il crack, non hanno nessuna remora — dice — E borseggian­o i clienti. Mi capita spesso che ragazzi e ragazze vengano da me a lamentarsi perché si sono ritrovati con il portafogli sfilato dalla borsa o dalla tasca dei pantaloni».

Agli storici pusher tunisini in Santo Spirito, si è aggiunto un nuovo gruppo di tunisini e algerini. Più giovani. La guerra di territorio è un pericolo potenziale, le droghe pesanti, come la cocaina e il crack, sono invece una realtà. Ma non è facile distinguer­e i due gruppi, si muovono come un nuvolone di mosche. Dall’ora dell’aperitivo fino a notte fonda, si spostano sempre: si piazzano sulla panchina di pietra di Palazzo Guadagni, poi si spostano in via delle Caldaie, e ancora scelgono in massa via Sant’Agostino, sulla rastrellie­ra delle bici all’incrocio con via Maffia.

I corrieri si muovono in bicicletta per andare a recuperare le dosi e portarle ai venditori, che invece girano nel giardino della piazza in cerca di clienti. Lo scambio di solito si fa lontano, in qualche angolo nascosto: via Maffia e via dei Preti i punti più battuti. Non ci sono grandi movimenti invece sui gradini della Basilica di Santo Spirito, forse per le tante telecamere e per l’auto dei vigili che stanzia lì vicino. Il sagrato è il luogo in cui i clienti fumano, mentre le traverse di via delle Caldaie sono frequentat­e dai consumator­i di cocaina. Così, in via dei Preti, ecco lo specchiett­o di un motorino girato verso l’alto, con ancora le tracce di polvere bianca. Quando ci sono i blitz delle forze dell’ordine, per un paio di giorni la piazza si svuota, i pusher vanno in letargo. Ma quando sentono di avere via libera non si fanno scrupolo di mettersi in bella mostra, come lo scorso Ferragosto, quando uno spacciator­e usò il cofano di un furgone parcheggia­to in via Sant’Agostino come il bancone di un negozio, con la «merce» in piena vista. Lo spaccio porta con sé anche altre forme di criminalit­à. Non solo i borseggi di cui sono vittime più frequenti le ragazze straniere, ma anche le ritorsioni. Se un residente si lamenta apertament­e dei pusher, arriva puntuale la vendetta. Domenica scorsa un abitante ha trovato la moto vandalizza­ta per l’ennesima volta, con la sella fatta a fette con la lama di un coltello.

E i corrieri in bicicletta non fanno solo il servizio di trasporto delle dosi, sono gli addetti alla «sicurezza» della piazza: perché se i pusher a piedi ti guardano negli occhi per venderti droga, quelli in sella ti scrutano solo per capire chi sei e cosa ci fai lì. Sentinelle. C’è un clima di intimidazi­one strisciant­e. Di cui sono vittime anche i turisti che «osano» riposarsi sul gradone di palazzo Guadagni: gli spacciator­i si siedono attorno finché i malcapitat­i non se ne vanno.

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Spacciator­i e sentinelle in Santo Spirito e Santa Croce
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 ??  ?? La sentinella in bici che controlla se la piazza è libera con il pusher In alto a sinistra lo specchiett­o di una moto in via dei Preti utilizzato per sniffare e gli avanzi di cocaina
La sentinella in bici che controlla se la piazza è libera con il pusher In alto a sinistra lo specchiett­o di una moto in via dei Preti utilizzato per sniffare e gli avanzi di cocaina

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