È STATA UN’ILLUSIONE ORA BASTA SPOT
Domenica 20 agosto. Via delle Caldaie è deserta. C’è solo il minimarket aperto. Suona il campanello di una bici: è il corriere che avverte del nostro arrivo il pusher all’angolo con via Mazzetta. È giovanissimo. Cerca il nostro sguardo. Noi passiamo oltre.
Lo spacciatore ragazzino urla al corriere e interrompe il timido frinire delle cicale. Alziamo lo sguardo. Non c’è nessuno. La piazza e tutto intorno è dei pusher in placida attesa. Ci sentiamo osservati, riabbassiamo lo sguardo per non incrociare il loro. Le cicale tornano a frinire. Le bici dei corrieri vanno e vengono a caccia di clienti come nella canzone/poesia di Fabrizio De André: «Vanno, vengono, ritornano...». Lui si riferiva alle «Nuvole» per noi le nuvole sono questi spacciatori, i loro trucchi arcinoti per non farsi beccare, la loro sfacciataggine che fa paura, ma anche i pattuglioni delle forze dell’ordine che come la pioggia arrivano, puntuali, dopo le «giornalate». Poi i pattuglioni se ne vanno e gli spacciatori ritornano. Più insolenti, più organizzati e più pericolosi di prima (come racconta Giulio Gori qui sotto) perché ora non si limitano allo spaccio, ma borseggiano e rapinano. Rompono la tranquillità di una passeggiata in una sera di fine d’estate. Ci sono loro nelle piazze. Non c’è chi controlla. E così abbiamo riperso Santa Croce e Santo Spirito. È l’ora di una svolta che non illuda. Servono presidi fissi, ma con agenti mobili che setaccino angoli e stradine dei quartieri. I pusher si sposteranno altrove? Intanto riconquistiamo due piazze, un pezzo alla volta. Ma una volta per tutte.