«Sono strade, non check-point» Boeri lancia il modello Firenze
Concorso di idee per rendere belle le barriere anti assalto. La Prefettura chiede 40 militari in più
L’operazione fioriere contro il terrorismo va avanti a passi spediti. Dopo via Martelli e San Lorenzo si proseguirà con le installazioni su via dei Calzaiuoli dove sono previste in totale 22 «barriere». Del piano sicurezza messo a punto nei giorni scorsi, dopo l’attentato di Barcellona, se n’è discusso ieri nuovamente in Prefettura a Firenze alla presenza del viceprefetto Tiziana Tombesi, del sindaco Dario Nardella, del questore Alberto Intini e del comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe De Liso.
La settimana prossima intanto sulla rete civica del Comune verrà pubblicato il bando per una consultazione on line di creativi sulle idee migliori per proteggere gli obiettivi sensibili. La commissione sarà presieduta dal sindaco Dario Nardella e dall’architetto Stefano Boeri (che insieme, ieri, hanno effettuato un sopralluogo a San Lorenzo).
«Non dobbiamo cedere al ricatto dei terroristi che ci spingono a chiuderci in casa — ha detto ieri Boeri da Palazzo Vecchio — Non possiamo permettere che la messa in sicurezza trasformi migliaia di piazze e spazi pubblici in zone sovraccariche di blocchi di cemento, quasi fossero dei check point militari. L’idea di mettere insieme vivaisti, botanici, designer, architetti, è eccellente. Firenze presenterà al mondo un ventaglio di possibilità per trasformare i dispositivi per la sicurezza in elementi di arredo urbano di qualità. Non dobbiamo dare soddisfazione a questa follia omicida».
Le piante di ulivo, ha spiegato Boeri, potrebbero costituire la soluzione valida per le fioriere: «L’ulivo mi sembra un segno di vita potentissimo come risposta alla follia di queste belve». «Non possiamo lasciare le nostre città si trasformino in bunker militari — ha ribadito il sindaco Nardella — abbiamo bisogno di più sicurezza senza rinunciare alla bellezza e alla nostra identità».
Una delle questioni poste dal questore Intini nel corso dell’incontro in Prefettura riguarda il passaggio dei mezzi di soccorso: «Dobbiamo valutare esattamente il punto in cui posizionare le barriere per evitare che possano rallentare o ostacolare il passaggio dei mezzi di soccorso in caso di necessità. E non parlo solo le auto delle forze dell’ordine ma soprattutto delle ambulanze o dei mezzi dei vigili del fuoco».
Quello delle barriere anti terrorismo — ha poi spiegato Intini — è solo una parte del lavoro per ridurre i rischi: «C’è un lavoro sotterraneo che va avanti senza sosta e riguarda controlli, investigazioni e coordinamento con l’attività di intelligence. C’è un continuo scambio di informazioni a livello nazionale». A Firenze, ha spiegato il colonnello De Liso dei carabinieri, «abbiamo squadre speciali particolarmente addestrate nel campo della prevenzione antiterrorismo».
Intanto dalla Prefettura è partita la richiesta al Viminale per avere 40 militari in più da destinare proprio ai controlli antiterrorismo in strada.
Il questore Le fioriere non diventino un ostacolo Sono solo una parte del lavoro