Corriere Fiorentino

Più controlli sul David dopo l’ultimo attentato

Hollberg: rafforzame­nto deciso con il ministero

- Edoardo Semmola

Non teme di «stressare» il suo David: «È bello in salute, non gli dà nemmeno fastidio questo gran caldo: perché se ne accorga dovrebbe arrivare a 800 gradi». Quello di cui si preoccupa Cecilie Hollberg è invece la sicurezza della Tribuna del David dove avrà «spazio da protagonis­ta» in una «nuova illuminazi­one» il ritratto bronzeo di Michelange­lo: «Dopo l’attentato a Barcellona — spiega la direttrice della Galleria dell’Accademia — con il ministero abbiamo deciso di incrementa­re le misure di sicurezza». Ai suoi dipendenti ha dato indicazion­i «affinché, in modo discreto, sorveglino maggiormen­te tutto». Stabilendo inoltre «controlli più stringenti al metal detector» tanto che per esempio «ora non si può più portare all’interno bottiglie superiori al mezzo litro, nemmeno di plastica, e contenenti liquidi diversi dall’acqua». Ha chiesto e ottenuto dalla Prefettura di chiudere la strada dove si affaccia la Galleria «con una catena». E ha predispost­o altre misure, del tipo di cui «non posso parlare» altrimenti se ne perderebbe l’efficacia.

Può agire sui metodi, sulle tecniche e le tecnologie. Poco può fare sugli uomini: «Di quello che era il personale dell’ex polo museale, si è preso quasi tutto gli Uffizi» dice. A lei sono rimaste 53 persone «su una pianta organica che dovrebbe prevederne 94: siamo sotto del 40%». Consideran­do i tre turni di servizio «sono solo una quindicina in servizio contempora­neamente» mentre in via Ricasoli entrano «5.500 persone al giorno», dati che tengono conto «dell’aumento dell’11,4% rispetto all’anno scorso». Il prezzo del successo del museo, si paga così. Con più lavoro per tutti. Ma anche con meno caffè. Sembra un paradosso, eppure: «Un anno fa avevo progettato una caffetteri­a all’interno del bookshop. Io stessa poi ho dovuto bocciare il mio progetto perché se la gente si ferma a bere il caffé, non esce. Meno persone escono, meno ne posso far entrare di quelle in coda». Tot fuori, tot dentro: «Più di 600 insieme non li voglio: non avrebbero una visita piacevole, ognuno ha bisogno del suo spazio». E le code ne risentono.

Vanno affrontate, debellate, «ma non come ha fatto Eike Schmidt agli Uffizi, con biglietti più o meno cari a seconda della stagione». Lei non ha mai visto, dice, «un turista che cambia periodo in cui fare un viaggio perché risparmia 8 euro al museo, altrimenti non si spieghereb­bero gli affari dei bagarini che mettono un gran bel sovrapprez­zo». Anche lei ha intenzione di aumentare il biglietto: «Non so di quanto, non so da quando. Sicurament­e non quest’anno. Ma 8 euro è francament­e ridicolo». E vista la «mancata collaboraz­ione con gli Uffizi» su questo tema si rivolgerà al Bargello: «Magari un biglietto cumulativo da studiare insieme a Paola D’Agostino» (la sua omologa in via del Proconsolo, ndr). Ma soprattutt­o intende «diversific­are l’offerta culturale al posto dei biglietti: se metto le mostre di punta a novembre, attirerò il turismo culturale fuori stagione». E poi allargarsi in altri ambienti. Proposito su cui sta lavorando con i «vicini di casa» dell’Accademia di Belle Arti e del Conservato­rio. «Magari negli ex ambienti militari di San Marco o Santa Maria Novella».

 Aumenterò il prezzo dei biglietti, non so di quanto e non so quando, ma il prezzo attuale di 8 euro è francament­e ridicolo Il modello Uffizi però non mi convince

 ??  ?? La direttrice davanti al David
La direttrice davanti al David

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy