L’OCCASIONE DI VIAREGGIO
Fra gli scotti che stiamo pagando alla minaccia fondamentalista c’è anche la subordinazione della bellezza alla sicurezza. «Panettoni», new jersey, pilomat e altre barriere saranno il tributo all’autodifesa di una nazione che non alza barriere ai suoi confini. Fra vicoli angusti e aree pedonali già da tempo incatenate, Firenze avrà forse minor bisogno di modifiche al suo arredo urbano. Il problema si pone con impellenza per Viareggio che, pur non potendo competere con la valenza simbolica del capoluogo, vanta una Passeggiata a mare fra le più belle del mondo, ma anche con inquietanti analogie con la Promenade di Nizza e con le Ramblas. Percorrerla oltre che un piacere estetico è una lezione di storia. Non ci sono più i bagni con le fantasiose facciate lignee, capolavori dei maestri d’ascia, che tanto piacevano a Mario Tobino, ma dal porto alla terrazza della Repubblica si susseguono i capolavori eclettici di Galileo Chini, i trionfi dell’art déco, le architetture moderniste di Michelucci, la cupola dell’Excelsior e la sagoma eclettica del Principe di Piemonte. Seguono le brutture della Città Giardino, tipico esempio di speculazione anni ’50. Ma anche questa, purtroppo, è Storia.
Fa male pensare che questo sia pur degradato paradiso Liberty possa trasformarsi nel giro di qualche minuto in un inferno. Per questo ha fatto bene il Comitato per la sicurezza a prospettare l’introduzione nel viale a mare di barriere contro gli attacchi. E ha fatto bene il Comune ad accogliere l’invito, sia pure ingentilendo il tutto con l’installazione di massicce ma aggraziate fioriere: Barcellona ha pagato caro anche non aver recepito le proposte del governo centrale. È onesto aggiungere che non si tratterà di un compito facile. Specie nel tratto dal Molo a piazza Mazzini, i buchi da tappare sono molti. Ma ben più difficile sarà controllare il transito veicolare. La Passeggiata, dove un tempo era vietato l’ingresso ai veicoli a motore, è oggi un colabrodo. Si comincia all’alba con la raccolta differenziata, che, essendo differenziata, richiede mezzi diversi, si prosegue con i veicoli di giardinieri e netturbini, si continua con i camion che riforniscono negozi, bar e ristoranti. Il giovedì il tratto compreso fra piazza Mazzini e piazza Puccini è invaso dai furgoni degli ambulanti, che spesso si alternano, per cui sono poco controllabili.
Il sindaco ha proposto di istituire sul viale Carducci spazi in cui i corrieri dovrebbero sostare per poi effettuare a mano le consegne e pilomat per gli accessi. È una decisione saggia, ma chi ci assicura che fra le centinaia di autorizzati, qualcuno non si faccia sottrarre i codici? O che un hacker non riesca a violare i sistemi informatici dei pilomat? La Passeggiata non si può blindare, ma l’esperienza insegna che più alto è il numero dei permessi, maggiore è il rischio di crepe nella sicurezza. Rivedere la raccolta dei rifiuti o spostare il mercatino del giovedì potrebbe costituire il male minore. Oltre tutto non è detto che provvedimenti di questo genere non costituiscano la premessa per la riqualificazione della Passeggiata nel cuore del sindaco Del Ghingaro, e anche della parallela via Giuseppe Barellai. La strada intitolata al medico che avviò le fortune balneari di Viareggio istituendovi un ospizio per curare i bambini tubercolotici è oggi ridotta a un deposito di bidoni della spazzatura.