ADDIO CARLOTTA, LA SPEZZACUORI REGINA DEGLI ANNI ‘80
La sua bellezza a Firenze era qualcosa di leggendario. Quel nome negli anni Ottanta si sussurrava anche tra i banchi dei licei. E fare il tour delle Cascine il sabato sera, solo per vederla da lontano, in quegli anni era diventato il passatempo proibito di molti ragazzi. Quando arrivava lei in strada si fermava il traffico. Lei, la regina incontrastata delle Cascine: Carlotta, la prima trans di Firenze o semplicemente la trans più bella che Firenze abbia mai conosciuto. Carlotta — all’anagrafe Carlo Paiano, 57 anni — ieri è stata trovata morta nella sua abitazione a Lecce, dove si era trasferita a vivere negli ultimi anni. È morta in solitudine molti giorni fa. A trovarla sono stati i vigili del fuoco, chiamati dai vicini di casa a sfondare la porta dell’appartamento in cui era confinata negli ultimi tempi. Da una prima analisi del medico legale sembra che la morte sia avvenuta per cause naturali ma sarà l’autopsia disposta dalla procura a darne la certezza. Nel libro Ma donne di Nicola Casamassima di lei si diceva: «È più conosciuta Carlotta a Firenze che Andreotti in Italia». Nata in un corpo di uomo ma con un’anima da donna, Carlotta era arrivata a Firenze dal sud Italia ad appena vent’anni. Fu tra i primi trans a uscire allo scoperto e a rivendicare una dignità sociale, anche attraverso la trasmissione televisiva Maurizio Costanzo
show che la consacrò diva. Davanti alla sua auto di grossa cilindrata, parcheggiata spesso sui lungarni, con lei che indossava sempre la pelliccia su un body nero e un fisico mozzafiato, si formavano regolarmente le code di auto. Era così ricercata che poteva addirittura permettersi di scegliere i clienti e di questo traguardo lei era molto orgogliosa. Indimenticabili le sue comparsate alle Cascine: lei che si esibiva al Meccanò o in in mezzo alla strada, lei che aveva spesso dietro di sé un codazzo di ragazzini adoranti, che arrivavano in gruppo giusto per dedicarle un complimento o un applauso. Alle Pavoniere, molti anni fa, una pizza fu battezzata con il suo nome: pizza Carlotta, insieme alla pizza La Romanina, altro personaggio leggendario della vita notturna fiorentina degli anni Ottanta. Quando ieri la notizia della sua morte è diventata di dominio pubblico dal web sono arrivate decine e decine di dichiarazioni di affetto. «Carlotta questa volta se n’è andata davvero — ha raccontato chi c’era in quegli anni — eppure era morta e resuscitata centinaia di volte». Nell’epoca nera dell’Aids, nei locali gay fiorentini era costume che le malelingue dessero per morto qualcuno per colpa del terribile virus. «Al Tabasco o al Flamingo, non c’era sera che non arrivasse qualcuno a dire che la Carlotta era morta. Invece continuava a spezzare cuori».