CARTE D’ARTISTA VIAGGIO A MONTALCINO
Istantanee di famiglia, donne dai fianchi generosi, tronchi d’albero a comporre un diario Da sabato alla Fortezza della città del vino arrivano le sculture fragili di Carlotta Parisi Che dice: ho immaginato di rappresentare qui la mia vita, distesa su una
Il canto libero di Carlotta Parisi tira il fiato a Montalcino. La sua Montalcino. Torna a casa con le sue opere di carta e le mette in fila alla Fortezza con una mise en scene che parla di interiorità, donne dai fianchi generosi, sogni incarnati in tronchi d’albero rubati alla Natura. Carta InCanta, questa piccola favola è il titolo della mostra aperta al pubblico dal 2 al 24 settembre nella città del vino, in quella Val d’Orcia a cui l’artista non ha mai girato le spalle nonostante anni di formazione a Milano e numerose performance nei foyer dei teatri in occasione degli spettacoli di Arturo Brachetti.
Trenta piccoli lavori tra sculture realizzate con la carta trattata alla sua maniera e disegni spessi di colori materici, per un’esposizione — la prima personale dell’artista — per dirla con Sergio Staino che firma la presentazione, «dove l’artista fa rinascere la carta per una seconda volta sotto forma di leggerissima scultura svelando il suo mondo interiore come fosse un diario».
Il senso della mostra lo spiega la stessa Carlotta Parisi: «Ho immaginato di rappresentare la mia vita distesa su una tavola bianca, sospesa, lunga sei metri, sostenuta ai due lati da due sculture, la prima — spiega meglio — rappresenta le mie origini (un’aquila e una pietra), l’altra è un tronco sormontato da un volto di donna coi capelli ricci carichi di energia che vuole rappresentare il dopo di me, il post vita di una non credente. In mezzo — continua — le tappe significative della mia vita, ovvero i sogni e le nostalgie per questa bella terra che ho sempre rappresentato come una donna dai fianchi larghi capace di accogliere il mondo». Di questa rappresentazione vedremo un esemplare al piano superiore della Fortezza di Montalcino.
Chiude la mostra La famiglia sul cavallo a dondolo, un uomo, una donna, un bambino sul dondolo a simboleggiare l’equilibrio e l’instabilità della vita e dei rapporti. Sullo sfondo di quest’opera un grande disegno di un bosco acquerellato, dove i tronchi mostrano quelle grandi macchie rosse che simboleggiamo squarci di passione. Simone Cristicchi, suo estimatore dice di lei: «Le sue opere sono schegge di vita ammaestrate, forma e fantasia istantanee delicate, capriole improvvise di carta».La mostra allestita come fosse un percorso apre con l’autoritratto Io sono Etrusca, citazione della poesia di Marino Marini in abbinamento all’esposizione. Scrive Sergio Staino che con l’artista condivide affinità: «I suoi sono paesaggi fortemente personalizzati dalla valenza narrativa forte di un segno da illustratrice di fiabe e racconti. Colori terrosi, materici, caldi, bruni e arancio, verde oliva ma anche spesso i
bianchi, l’ocra. Lo sguardo di Carlotta Parisi non si sofferma più di tanto però sulla realtà, il suo è un viaggio nel segno, nel colore, nella materia, tra le pieghe delle carte, e il paesaggio è un pretesto per una rappresentazione interiore, un cromatismo di idee ed emozioni. Quello di Carlotta Parisi — conclude Staino — è il canto libero di un’opera senza fini immediatamente illustrativi».
La rassegna comprende opere e nuove alle quali Carlotta Parisi sta lavorando da un anno, una sorta di diario su sé e il mondo visti attraverso uno sguardo sognante forte però di un pensiero razionale.