I genitori, i certificati e gli scenari possibili
VADEMECUM
La Toscana ha scelto un percorso semplificato. Ma non è escluso che il Garante della privacy possa bloccare questa soluzione. Qual è lo stato dell’arte? Cosa devono fare le famiglie? Quali sono i possibili scenari?
Come si muoveranno le Asl e cosa dovranno fare i genitori?
Le tre Asl Toscane, ricevuti dalle scuole gli elenchi dei bambini iscritti classe per classe, stanno già incrociando i dati con i propri archivi. Una volta completati i riscontri su oltre 100.000 bambini, entro l’11 settembre, segnaleranno a nidi e materne chi non risulta in regola con la legge. Ma si tratta di un dato «grezzo», che potrebbe non tener conto di vaccinazioni effettivamente fatte e che ancora non risultano sull’anagrafe informatica. I genitori dei bambini in regola non dovranno fare nulla. Quelli che lo sono ma che per qualche disguido non lo risultano, saranno avvisati dalle scuole e dovranno presentare subito l’autocertificazione (entro l’11 settembre). Altrimenti, dal 12 non potranno portare il bambino al nido o alla materna. Se un bambino non ha fatto le vaccinazioni (o non le ha fatte in parte) e il genitore vuole metterlo in regola, basterà contattare il pediatra o i centri vaccinali dell’Asl per fissare un primo appuntamento; per poi autocertificare la prenotazio- ne. Se qualcuno invece dovesse autocertificare il falso, compirebbe un reato penale.
Cosa devono fare i genitori dei bimbi «esenti»?
La legge prevede casi di esclusione dal vaccino. Chi ha contratto una malattia non è obbligato alla relativa vaccinazione. Ma in questo caso non basta l’autocertificazione. I genitori devono rivolgersi al pediatra per farsi certificare l’immunizzazione avvenuta (e potrebbe essere richiesta un’analisi per verificare gli anticorpi) e quindi portare il certificato a scuola. Chi ha il figlio non vaccinabile per ragioni di salute, sia nel caso di vaccinazioni da omettere per sempre o solo da ritardare, ha pieno diritto di iscriverlo a nidi e materne, senza rischio di espulsione. Ma anche in questo caso serve il certificato del pediatra. I genitori, per garantire la sicurezza del bambino, possono chiedere alla scuola di inserirlo in una classe in cui non ce ne siano altri nella sua stessa condizione, in modo da garantirgli la protezione di «gregge».
Cosa succederà dopo il 12 settembre?
Una volta classificati i dati grezzi, le Asl convocheranno le famiglie dei bambini che non risultano in regola con le vaccinazioni. Il primo obiettivo sarà scartare chi è effettivamente in regola ma non lo risultava. Una volta dimostrato che i vaccini ci sono tutti, un genitore non dovrà fare altro. Chi invece in regola non è, sarà invitato dalle Asl a vaccinarsi, con un piano di rientro. Per i genitori che lo rispetteranno, nessun problema. Per chi rifiuterà di mettersi in regola e chi non rispetterà il piano di rientro è prevista invece l’espulsione del figlio da asili nido e materne. Il 31 ottobre anche le scuole dell’obbligo dovranno sapere se i loro studenti sono in regola o no. Per quella data le Asl difficilmente potranno andare oltre i dati grezzi. Si quindi ripeterà lo schema di nidi e materne, con l’autocertificazione richiesta solo a chi non risulta in regola, ma lo è o ha fissato l’appuntamento per recuperare le vaccinazioni. Nessuna espulsione, ma multe, comminate dalle Asl, da 100 a 500 euro. Serviranno mesi invece per riscontrare effettivamente chi è vaccinato. Ma c’è tempo fino al 10 marzo 2018.
Cosa succederebbe se il Garante della privacy bloccasse la «soluzione toscana?»
Se il Garante dovesse esprimersi negativamente sulla «soluzione toscana», l’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, è pronta a lanciare un maxi appello ai genitori dei bimbi in regola affinché, entro l’11 settembre, scrivano un’autocertificazione e la presentino alla segreterie di nidi e materne. Dopo di che c’è tempo fino al 10 marzo per i certificati veri. Le possibilità sono due: o i genitori dovranno fare la fila alle Asl per chiedere i documenti, oppure le Asl li invieranno alle famiglie. L’Asl Toscana Centro (Firenze, Prato, Pistoia) potrebbe doverne stampare oltre 200.000. In tutta la Toscana sarebbero quasi mezzo milione. Il coordinatore dell’operazione per l’Asl Centro, Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione, spiega: «Difficile pensare che potremmo spedirli. Non per i tempi, perché potremmo risolvere tutto in un paio di mesi. Ma perché le anagrafi sanitarie a differenza di quelle comunali non sono aggiornate, e ci sarebbe il rischio sbagliare indirizzi. Nel caso in cui la soluzione toscana venisse bloccata, è probabile che chiederemo alle famiglie di venire a ritirare i certificati da portare a scuola».