Pietro, Giuseppina, Antonio: diritto alla memoria
Tre toscani al premio Tutino per l’autobiografia. Storie di guerra, fughe e coraggio
C’è la guerra, quasi sempre. E c’è la fuga. Ci sono scelte che stravolgono una vita e che a distanza di anni fanno ancora scendere una lacrima. «Diritto alla memoria», è il tema scelto per la 33esima edizione del premio Pieve Saverio Tutino, il concorso riservato alle scritture autobiografiche inedite che si svolgerà a Pieve Santo Stefano dal 14 al 17 settembre.
Sono state presentate le otto storie finaliste, scelte da una commissione di lettura fra oltre 100 scritti giunti nell’ultimo anno all’Archivio diaristico nazionale. Fra questi, ben 3 sono di autori toscani, tutti nati in provincia di Arezzo. Pietro Poponcini, classe 1935 di Civitella in Val di Chiana, ha dovuto convivere con il dubbio che se lui, da piccolo, fosse stato più attento, più vigile, forse suo padre non sarebbe stato ucciso. Aveva il compito di sorvegliare la campagna e di dare l’allarme in caso di arrivo dei tedeschi. Ma quel giorno i militari nazisti sbucarono dalla parte opposta. Quando se ne accorse, era tardi. Un senso di colpa che ha piantato le radici nella sua giovane coscienza.
Troviamo poi la piccola Giuseppina Porri, nata nel 1923 a Cortona. Nel suo racconto Via Bicchieraia narra la storia di suo padre Angiolo, un fornaio che scelse di non essere fascista. Per le sue idee rivoluzionarie, subì pestaggi per strada, la reclusione in carcere, le visita a sorpresa degli ufficiali di regime. L’emarginazione, il tracollo degli affari, la povertà e un cuore debole che non resse tutto questo. Infine Paola Nepi di Montevarchi, splendida ragazza che troppo presto si trovò a fare i conti con l’inarrestabile distrofia muscolare. Una vita passata a combattere la malattia, a conviverci e a raccontare agli altri la sua normalità. La toccante autobiografia è riuscita a scriverla grazie a un computer e a un particolare mouse. Gli altri finalisti del premio sono Antonio Cocco con Ridotta Isabelle, Gio-Bono Ferrari con Otto-Novecento, Giuseppe Lattes con Le scelte di un ebreo, Giuseppe Marcheselli con Senza odio né rimorsi, Mario Ponzi con Mario il fuoriuscito.«Otto testimonianze — commenta Natalia Cangi, direttrice organizzativa Archivio dei diari — che riflettono la quotidiana sfida per difendere, pretendere ed esercitare i diritti».
«La memoria è un diritto, il bene più prezioso per conoscere il passato. Abbiamo il dovere di tutelarla», ha aggiunto Fabio Pecorari, direttore Finalista La copertina del libro di Pietro Poncini uno dei tre finalisti toscani generale Banca di Anghiari e Stia. Diverse le forme in cui si presentano le scritture: due sono gli epistolari, quattro le memorie, due le autobiografie. Il vincitore dell’edizione 2017 del premio Pieve Saverio Tutino, sarà proclamato durante la giornata conclusiva, domenica 17 settembre alle 16,30 in piazza Plinio Pellegrini a Pieve Santo Stefano.