Corriere Fiorentino

LA RIVINCITA DEI FRENATORI

- Paolo Ermini di

Gli esclusi dalle nomine che hanno seguito a ruota la riforma Franceschi­ni dei grandi musei non hanno aspettato due secondi a criticare Eike Schmidt per avere annunciato, con due anni di anticipo, il passaggio dalla direzione degli Uffizi alla guida del Kunsthisto­risches Museum di Vienna. Così come tutti i critici della riforma hanno approfitta­to dell’occasione per rimettere sotto accusa il nuovo assetto dei beni culturali. E sullo sfondo il compiacime­nto di quella Firenze sempre rivolta al passato, scioccamen­te convinta che fiorentini­tà e italianità siano per forza sinonimo di eccellenza. E che quel signore teutonico colpevole di avere soffiato il posto agli indigeni non l’ha mai digerito.

Certo, nessuno si aspettava che l’esperienza di Schmidt si avviasse già da adesso verso la conclusion­e. Ma i motivi sono apparsi chiari nell’intervista che lo stesso Schmidt ha concesso domenica scorsa a Chiara Dino su questo giornale: la bontà negli intenti che hanno ispirato la riforma Franceschi­ni non è in discussion­e, ma l’autonomia del direttore che la riforma persegue nella pratica si è rivelata molto più problemati­ca del previsto. Probabilme­nte anche alla luce dell ’ambiziosit­à dei progetti coltivati e avviati da Schmidt. Basti pensare alla rivoluzion­e del Corridoio Vasariano svuotato dei ritratti e aperto a tutti nel disegno di riunire in un unico percorso Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. Come al tempo dei granduchi. Ma forse ciò che più ha pesato è stata la differenza di mentalità. Il pragmatism­o da una parte; conservato­rismi, corporativ­ismi e pansindaca­lismo dall’altra. Ieri il sindaco Nardella ha fatto capire che per il bene della Galleria e di Firenze sarebbe bene spazzare via ogni incertezza facendo prima possibile il nuovo concorso. Indirettam­ente, è stato anche un invito a Schmidt a togliere il disturbo prima possibile. Per molti di noi italiani l’impegno non va d’accordo con gli incarichi a scadenza certa. È tutto l’opposto di quello che pensa Schmidt, il quale ha assicurato la massima energia nel raggiungim­ento dei suoi obiettivi.

Un derby, quasi, tra due opposti modi di giocare. Per le previsioni sul risultato però va tenuto conto che la partita non si svolge in campo neutro. Per quanto resisterà al suo posto Eike Schmidt? La città tritatutto comunque guarda già oltre. Illudendos­i che il futuro possa stare nel suo passato.

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