Ginori, rifiutata l’offerta per i terreni «Azienda a rischio»
DoBank rifiuta l’offerta. La proprietà: svolta entro dicembre o niente futuro. Domani vertice a Roma
«Sembra quasi che ci sia una maledizione sulla Richard Ginori», sbotta un operaio a fine giornata. Una «maledizione» il cui ultimo atto è il no di una delle banche creditrici all’offerta del gruppo Kering, proprietario della Ginori, per l’acquisto del terreno e degli immobili su cui sorge la celebre fabbrica di Sesto Fiorentino. Un no cui Kering ha risposto confermando l’offerta, ma solo fino al 30 settembre, e ribadendo che «non è possibile immaginare il futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori senza l’acquisizione dello stabilimento», specie dopo aver investito già 80 milioni nella manifattura nata nella prima metà del Settecento.
Il no è arrivato da doBank, gestore di sofferenze bancarie e crediti deteriorati, che ha rigettato l’offerta vincolante presentata da Richard Ginori il 6 giugno, un’offerta attorno a 6 milioni di euro. E adesso «è seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività aziendale», sottolineano dal colosso del lusso che ha rilevato il marchio di porcellane nella primavera del 2013, puntando su un’eccellenza del made in Italy. Domani, a Roma, è già in calendario un incontro sul problema, ma intanto lavoratori e sindaco a Sesto sono sul piede di guerra.
Il nuovo ostacolo al rilancio della manifattura è stato comunicato ieri mattina da Kering. «L’offerta era stata formulata da Richard Ginori sulla base dell’ipotesi di accordo raggiunto al tavolo di trattativa organizzato dal ministero dello Sviluppo economico, con i delegati di Comune di Sesto, Regione, società Richard Ginori, banche creditrici e i liquidatori della Ginori Real Estate (che possiede il sito produttivo, ndr) — spiegano dall’azienda — Esprimiamo sconcerto per questa incomprensibile decisione di doBank che mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività aziendale. A fronte di questo nuovo e inaspettato scenario, Richard Ginori conferma la propria offerta, che resta valida fino al 30 settembre 2017, con l’auspicio che i vertici di doBank possano rivalutare la propria decisione». «In caso ciò non si verificasse — aggiungono da Richard Ginori — invitiamo fin d’ora i soggetti che ne hanno titolo a valutare qualsiasi soluzione, compresa l’instaurazione di una procedura concorsuale, che consenta di acquisire la proprietà del sito industriale entro il mese di dicembre 2017», cioè a dichiarare fallita la Ginori Real Estate e procedere con una asta per fabbrica e terreno, superando così il no di doBank. Richard Ginori ribadisce, infine di non essere disponibile «a protrarre oltre il 30 settembre una situazione di incertezza che si trascina da troppo tempo».
I lavoratori della fabbrica si sono subito riuniti in assemblea e sono pronti ad «iniziative forti» se la situazione non si sbloccherà. «I lavoratori della Richard Ginori, dopo 4 anni di attese ed una difficile trattativa, non possono essere di nuovo presi in ostaggio dalla speculazione — spiega il comunicato di Cgil, Cisl e Uil — I lavoratori sono mobilitati e chiedono un impegno diretto e incisivo del gruppo Kering e delle istituzioni». Duro anche il commento del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi. «DoBank si assume una responsabilità enorme. Siamo sconcertati per l’esito di questa trattativa che sembrava avviarsi verso una conclusione positiva, prima della doccia fredda di queste ore — afferma Falchi — Siamo solidali con i lavoratori della Ginori. Le banche lancino un segnale, dimostrino di essere al servizio delle persone e non del profitto».
Luigi Salvadori, presidente di Confindustria Firenze, associazione che ha promosso una raccolta di fondi da 700.000 euro per gestire il Museo di Doccia che sarà acquisito dallo Stato, sottolinea: «Come imprenditore e presidente sono preoccupato: proprietà e dipendenti hanno ragione, non si può immaginare il futuro della Richard Ginori senza l’acquisizione della fabbrica e fuori da Sesto. Ci muoveremo per quanto possibile. E voglio essere ottimista nell’arrivo, rapidamente, di una soluzione per tutte le parti interessate».
Da doBank ieri non è arrivato alcun commento: bisognerà attendere per capire come finirà una vicenda che interessa non solo Sesto.
Nessun rilancio L’offerta resta valida fino al 30 settembre Altrimenti chi ha titolo valuti ogni soluzione, compreso un concorso