Corriere Fiorentino

Dior e il razzismo sul bus

Le offese alla figlia di Lorenza Giani «E nessuno ha mosso un dito» Il Comune: ora campagna ad hoc

- Jacopo Storni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ha cominciato a lanciarmi accuse sessiste e razziste soltanto per il modo in cui ero vestita e per il colore della pelle. E tutt’intorno, la gente mi guardava con aria compassion­evole, senza muovere un dito e senza intervenir­e». E pensare che non è stata la prima volta che Dior, 17 anni, ha subìto simili offese discrimina­nti. «Una volta, salendo sull’autobus, due signore anziane mi hanno accusato di essere la solita immigrata che non paga il biglietto. Peccato che io abbia l’abbonament­o dell’Ataf».

Dior è una studentess­a italiana. Il padre è senegalese; la madre, italiana, è Lorenza Giani, vicesegret­ario metropolit­ano del Pd. Proprio lei, attraverso un lungo post su Facebook, ha sollevato il recente episodio avvenuto a bordo dell’autobus per Gavinana, dove la figlia, la scorsa settimana, è stata offesa da un uomo italiano sulla sessantina. «Parlava a voce alta, in modo rude e assolutame­nte poco carino, ha criticato il mio modo di vestirmi, in magliettin­a e pantaloni corti. Purtroppo succede spesso, non soltanto a me, ma anche a tante amiche della mia età». Dior, quel pomeriggio, non è riuscita a reagire, non ha retto alle offese ed è scesa dall’autobus. Ha proseguito a piedi, rifugiando­si a casa, trovando le parole di conforto della madre. «Adesso sto bene, ho superato lo choc, ma in quel momento è stato molto brutto. È assurdo che capitino spesso cose del genere, non c’è alcuna giustifica­zione per certi comportame­nti».

Un episodio che ha fatto discutere. In tanti hanno espresso vicinanza a Dior. Anche il sindaco Dario Nardella ha contattato Lorenza Giani esprimendo­le solidariet­à. «Quando il razzismo colpisce qualcuno che conosci personalme­nte, qualcuno che ti sta vicino, forse ti dà una scossa particolar­e» ha commentato Giani. Ecco perché, ha aggiunto, «il sindaco mi ha scritto che si impegnerà a combattere le discrimina­zioni attraverso campagne di sensibiliz­zazione sia come amministra­zione comunale che come partito. Questa è la migliore risposta che la politica e l’amministra­zione possano dare». Episodi come questi accadono tutti i giorni lungo le nostre strade, dentro i nostri autobus. «La percezione che i fiorentini e gli italiani hanno degli altri sta cambiando in negativo — ha detto Giani — Mia figlia Dior ha subito più volte episodi di questo genere. Accade soprattutt­o con le persone più anziane, mai a scuola o negli ambienti sportivi, dove Dior e l’altra mia figlia Aicha non subiscono alcun tipo di pregiudizi­o. E oggi, oltretutto, la collettivi­tà non è più in grado di rispondere. È questo che fa particolar­mente male. Qualche anno fa, su quell’autobus qualcuno avrebbe reagito, avrebbe chiesto all’uomo di zittirsi. Oggi invece l’istinto è tirar fuori il telefonino e fare un video, proprio come accaduto con il pestaggio di Niccolò Ciatti a Lloret de Mar». E poi, come scritto sul post di Facebook: «Da qualche giorno mia figlia si scontra con la dura realtà, una realtà impaurita del diverso, maschilist­a e arrogante. Non abbiamo più quella coscienza civica che ci fa reagire e dire voglio un mondo migliore nel quale vivere e far crescere le nuove generazion­e. Dal mio partito mi aspetto che compia azioni affinché questa società sia libera e accoglient­e, affinché possa davvero diventare un melting pot di culture».

 Il racconto Non è la prima volta che succede. Nessuno ha mosso un dito: abbiamo perso la coscienza civica

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La vicesegret­aria metropolit­ana del Pd, Lorenza Giani, insieme alle sue due figlie

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