Corriere Fiorentino

«Cresce l’intolleran­za verso gli stranieri E verso chi li aiuta»

- J.Sto. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Certo, è innegabile, l’arrivo di tanti immigrati nelle nostre strutture ha creato un certo malcontent­o tra alcuni ospiti italiani, ma questo non è il sintomo di una povertà economica, ma soprattutt­o culturale e psicologic­a. Se esiste questo malcontent­o, è perché gli utenti italiani non conoscono il reale stato delle cose, la rabbia degli italiani è frutto della non conoscenza». Secondo il direttore della Caritas Alessandro Martini, la diffidenza per la diversità e un velato razzismo aumentano anche nelle strutture della marginalit­à.

Martini, ma l’aumento dei migranti ha davvero tolto posti nell’accoglienz­a ai poveri italiani? «Assolutame­nte no. Posso affermare con certezza che l’aumento dei richiedent­i asilo non ha tolto un solo posto di accoglienz­a agli italiani e questo cerchiamo di spiegarlo ai nostri utenti giorno dopo giorno. Anzi, negli ultimi anni la tendenza si sta invertendo, e aumentano gli italiani in carico ai nostri servizi sociali. Eppure, capita spesso di incontrare italiani poveri che

 Occuparsi di una persona in difficoltà, tanto più se di colore, non è più+ visto come un valore assoluto, ma vissuto come un fastidio

se la prendono con i profughi. Succede perché c’è una grande superficia­lità di approccio a tematiche importanti come queste. Però vi assicuro che, quando una persona si trova a vivere in condizioni di estrema marginalit­à, lo scontro tra nazionalit­à spesso decade. E se il vicino di letto è uno straniero, non ha alcuna importanza, è soltanto un altro emarginato con cui condivider­e la propria sofferenza».

L’atteggiame­nto verso i migranti ha cambiato anche la percezione della vostra associazio­ne? «In parte è così. Succede che la diffidenza e l’astio degli italiani sia talvolta a carico non soltanto dei nuovi arrivati, ma è anche rivolta contro le stesse associazio­ni caritatevo­li, proprio come la nostra».

Cosa vi rimprovera­no? «Oggi occuparsi di una persona che si trova in difficoltà, tanto più se straniera, non è più visto come un valore assoluto, a volte viene vissuto come un fastidio».

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