«Non ignoriamo questi allarmi Intervenire si deve»
«Purtroppo assistiamo a un considerevole abbassamento degli argini del senso civico, un trend causato dal linguaggio che i social network consentono sempre più spesso di utilizzare». È il clima delle nuove piazze, quelle del web, ad essere messo sotto accusa dal coordinatore nazionale del Partito Democratico sull’Immigrazione, il sindaco di Prato Matteo Biffoni.
Avverte un clima di odio crescente in questa regione? «Gli episodi si stanno moltiplicando. Nessuno si può sentirsi esente da una riflessione, non si può dire che tutto va bene. La Toscana è una terra tollerante da sempre, ma questo non può voler dire che dobbiamo ignorare gli allarmi».
Qual è l’aspetto che la preoccupa di più? «Non sono preoccupato, ma c’è da stare attenti, è necessario capire che bisogna tenere alta la nostra attenzione. Nel nostro dna c’è il mantenimento di un percorso, per questi valori sono morte le persone di questa terra».
In riferimento all’episodio denunciato a Firenze, cosa
Siamo davanti a un forte abbassamento del senso civico E l’insulto libero dei social network crea presupposti violenti
quale avrebbero dovuto fare i passeggeri dell’autobus? «Mi rimetto alla coscienza di tutti. Penso a quel ragazzo di Scandicci che ha perso la vita in discoteca a Lloret de Mar. Il problema è proprio questo, quello degli argini del senso civico: quando si sente insultare una persona si deve intervenire: il motivo può essere uno qualsiasi, ma i cittadini devono impedire che la violenza si sviluppi, non possono rimanere inermi. Credo che la scuola del presente e del futuro possa fare molto per questo».
E la politica, cosa può fare? «Noi dobbiamo imparare a moderare i toni, non trasformare tutto in baruffa. Bisogna poi che l’arco costituzionale sia ferreo e unito nella condanna di atteggiamenti di questo genere. Sono forme di aggressione intollerabili, che purtroppo sono incoraggiate dal clima dei social. È quel livello di discussione sbagliato, dove prolifera l’insulto libero, che crea le condizioni per replicare nella realtà la violenza e la passività di chi assiste a queste scene».