Corriere Fiorentino

Oggi la versione dell’altro carabinier­e Il procurator­e: «L’Arma è parte lesa»

Violenza sulle studentess­e Usa, continuano le indagini. E Nardella: «Il Comune parte civile»

- Antonella Mollica

Non esiste alcun video registrato durante il rapporto sessuale, nel telefonino c’è una sequenza di un secondo girato in discoteca

Dovrebbe presentars­i oggi in procura anche il secondo carabinier­e accusato di aver violentato due ragazze americane dopo averle accompagna­te a casa con l’auto di servizio. Il giovane appuntato davanti al pm Ornella Galeotti e al procurator­e aggiunto Rodrigo Merlo ricostruir­à quello che è accaduto la notte tra mercoledì e giovedì nell’androne del palazzo di Borgo Santi Apostoli dove le due studentess­e abitavano. Sabato pomeriggio era stato il capopattug­lia dell’equipaggio, Marco Camuffo, 46 anni, padre di tre figli, a raccontare la sua verità ai magistrati: «Non c’è stato nessuno stupro, c’è stato un rapporto consenzien­te. Non so com’è stato possibile che mi sia fatto trascinare in quella situazione eppure ci sono finito — ha detto — ho fatto una cosa inqualific­abile, lo so. Ho violato i doveri di servizio, ho sbagliato tutto. Ma ho rischiato la pelle e ho fatto del bene alla gente per vent’anni. Io non sono un mostro, sono un padre di famiglia e non voglio che mi chiamino stupratore perché non ho stuprato nessuno».

Secondo quanto raccontato dal militare agli inquirenti sarebbero state le ragazze a invitarli a salire su in casa e la situazione sarebbe poi sfuggita di mano: «Credevo che fossero più grandi, una sembrava avesse una trentina d’anni e non venti perché ne dimostrava di più. Non mi sembrava proprio ubriaca ed era consenzien­te, io non ho percepito nessuna contrariet­à al rapporto sessuale e non ho commesso nessuna violenza». I due militari sono accusati di aver abusato delle due ragazze incontrate intorno alle 3 al Flò dove erano intervenut­i insieme ad altre due pattuglie. Le due ragazze, secondo quanto raccontato e quanto ricostruit­o dalle indagini della squadra mobile, erano entrambe ubriache dopo aver trascorso la serata in Santo Spirito e poi al piazzale Michelange­lo. Si tratta adesso di capire se le condizioni delle due ragazze fossero tali da configurar­e quello che per il codice è la «minorata difesa» e che prevede il non consenso implicito. In Procura intanto vanno avanti gli accertamen­ti sul racconto delle due ragazze. Si attende a giorni l’esito degli esami sulle tracce biologiche trovate nell’ascensore e nel pianerotto­lo del palazzo. Ieri il procurator­e capo Giuseppe Creazzo ha spiegato che non esiste alcun video che sarebbe stato registrato durante il presunto stupro. C’è un solo fotogramma, un video di un secondo nel telefono di una delle due studentess­e dove si vede un pezzo della divisa di un carabinier­e e la fondina della pistola. Difficilme­nte si potrà però identifica­re la persona e il luogo in cui è stato girato. La registrazi­one potrebbe essere partita per sbaglio anche durante la serata in discoteca, magari durante l’intervento delle pattuglie chiamate al Flò per una rissa.

Il procurator­e ha poi spiegato che «l’Arma in questa vicenda è parte lesa. Fin dal primo momento i carabinier­i hanno partecipat­o attivament­e e con determinaz­ione alle indagini che sono state affidate alla polizia». Intanto il Comune di Firenze ha deciso di costituirs­i parte civile nell’eventuale processo contro i due carabinier­i. Il sindaco Dario Nardella — dopo le polemiche che lo hanno investito nei giorni scorsi per un commento sugli studenti stranieri e sullo sballo — ha già dato mandato agli uffici legali di Palazzo Vecchio di preparare la costituzio­ne di parte civile in caso di rinvio a giudizio.

Agli atti

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Sotto la casa dove le due studentess­e sono state accompagna­te dai carabinier­i e dove poi hanno subito le violenze A lato il Flo, locale dove hanno trascorso la serata di mercoledì
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