Oggi la versione dell’altro carabiniere Il procuratore: «L’Arma è parte lesa»
Violenza sulle studentesse Usa, continuano le indagini. E Nardella: «Il Comune parte civile»
Non esiste alcun video registrato durante il rapporto sessuale, nel telefonino c’è una sequenza di un secondo girato in discoteca
Dovrebbe presentarsi oggi in procura anche il secondo carabiniere accusato di aver violentato due ragazze americane dopo averle accompagnate a casa con l’auto di servizio. Il giovane appuntato davanti al pm Ornella Galeotti e al procuratore aggiunto Rodrigo Merlo ricostruirà quello che è accaduto la notte tra mercoledì e giovedì nell’androne del palazzo di Borgo Santi Apostoli dove le due studentesse abitavano. Sabato pomeriggio era stato il capopattuglia dell’equipaggio, Marco Camuffo, 46 anni, padre di tre figli, a raccontare la sua verità ai magistrati: «Non c’è stato nessuno stupro, c’è stato un rapporto consenziente. Non so com’è stato possibile che mi sia fatto trascinare in quella situazione eppure ci sono finito — ha detto — ho fatto una cosa inqualificabile, lo so. Ho violato i doveri di servizio, ho sbagliato tutto. Ma ho rischiato la pelle e ho fatto del bene alla gente per vent’anni. Io non sono un mostro, sono un padre di famiglia e non voglio che mi chiamino stupratore perché non ho stuprato nessuno».
Secondo quanto raccontato dal militare agli inquirenti sarebbero state le ragazze a invitarli a salire su in casa e la situazione sarebbe poi sfuggita di mano: «Credevo che fossero più grandi, una sembrava avesse una trentina d’anni e non venti perché ne dimostrava di più. Non mi sembrava proprio ubriaca ed era consenziente, io non ho percepito nessuna contrarietà al rapporto sessuale e non ho commesso nessuna violenza». I due militari sono accusati di aver abusato delle due ragazze incontrate intorno alle 3 al Flò dove erano intervenuti insieme ad altre due pattuglie. Le due ragazze, secondo quanto raccontato e quanto ricostruito dalle indagini della squadra mobile, erano entrambe ubriache dopo aver trascorso la serata in Santo Spirito e poi al piazzale Michelangelo. Si tratta adesso di capire se le condizioni delle due ragazze fossero tali da configurare quello che per il codice è la «minorata difesa» e che prevede il non consenso implicito. In Procura intanto vanno avanti gli accertamenti sul racconto delle due ragazze. Si attende a giorni l’esito degli esami sulle tracce biologiche trovate nell’ascensore e nel pianerottolo del palazzo. Ieri il procuratore capo Giuseppe Creazzo ha spiegato che non esiste alcun video che sarebbe stato registrato durante il presunto stupro. C’è un solo fotogramma, un video di un secondo nel telefono di una delle due studentesse dove si vede un pezzo della divisa di un carabiniere e la fondina della pistola. Difficilmente si potrà però identificare la persona e il luogo in cui è stato girato. La registrazione potrebbe essere partita per sbaglio anche durante la serata in discoteca, magari durante l’intervento delle pattuglie chiamate al Flò per una rissa.
Il procuratore ha poi spiegato che «l’Arma in questa vicenda è parte lesa. Fin dal primo momento i carabinieri hanno partecipato attivamente e con determinazione alle indagini che sono state affidate alla polizia». Intanto il Comune di Firenze ha deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo contro i due carabinieri. Il sindaco Dario Nardella — dopo le polemiche che lo hanno investito nei giorni scorsi per un commento sugli studenti stranieri e sullo sballo — ha già dato mandato agli uffici legali di Palazzo Vecchio di preparare la costituzione di parte civile in caso di rinvio a giudizio.
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