Corriere Fiorentino

Il ministro Orlando gela i genitori di Niccolò: estradizio­ne impossibil­e

Caso Ciatti, striscione sul balcone del Consiglio regionale

- Antonio Passanese

«Dieci minuti dopo l’omicidio di Niccolò la gente ballava sul suo sangue». Un’immagine, questa, che Luigi Ciatti — il babbo del ventiduenn­e di Scandicci ammazzato di botte da tre ceceni nella discoteca Sant Trop di Lloret de Mar, nella notte tra l’11 e il 12 agosto — non riesce a togliersi dalla testa. Per esorcizzar­e quel dolore che ogni giorno diventa più forte, e per allontanar­e i cattivi pensieri, Luigi ha provato a parlare con gli amici, con i conoscenti e con chi quotidiana­mente lo chiama per esprimergl­i vicinanza. Ma non c’è nulla da fare. Quella terribile scena torna continuame­nte ad occupargli la mente: «Non riesco a spiegarmi come in quel locale non si siano accorti che la situazione era grave e che mio figlio stava lottando tra la vita e la morte».

Babbo Luigi ha ricordato Nicco anche ieri, in Consiglio regionale: è stato il presidente Eugenio Giani a chiedergli un incontro privato (a cui hanno partecipat­o anche tutti i capigruppo consiliari) per assicurarg­li il sostegno di tutta la Toscana. E per dimostrare alla famiglia Ciatti che la tragedia di Lloret de Mar non passerà sotto silenzio, Giani ha fatto affiggere sul balcone principale di Palazzo Pianciatic­hi uno striscione con scritto «Giustizia per Niccolò Ciatti». «Lo terremo affisso finché riterremo opportuno — ha sottolinea­to Giani — come testimonia­nza e presidio, per far vedere come la pensano tutti gli abitanti di questa regione, rappresent­a quello che tutti noi sentiamo. L’attenzione su quello che è accaduto non può e non deve cadere. Nella prossima riunione del Consiglio presentere­mo una risoluzion­e». Ma Luigi Ciatti, a un mese di distanza dall’assassinio del figlio, è preoccupat­o per i risvolti giudiziari e non nasconde la sua preferenza per un’estradizio­ne del ceceno attualment­e detenuto in Spagna: «Se possibile, preferirei che fosse giudicato da un tribunale italiano».

E ieri pomeriggio il caso di Niccolò è approdato anche alla Camera dei Deputati grazie a un’interrogaz­ione presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dal vice capogruppo di Ala-Scelta Civica, Massimo Parisi. Nel question time il Guardasigi­lli ha risposto che «le indagini sull’omicidio Ciatti sono ancora in fase istruttori­a, ma la Spagna ha assicurato il massimo impegno per l’accertamen­to delle responsabi­lità, purtroppo però al momento non esistono i presuppost­i per formulare la richiesta di estradizio­ne».

«Non dubitavo della vicinanza e del sostegno alla famiglia da parte delle autorità italiane — ha replicato Parisi — ma questo è il minimo sindacale, non basta. È necessario rispondere con forza a una richiesta di giustizia che viene dal Paese, e non solo dalla famiglia e dagli amici».

 Il babbo Dieci minuti dopo la morte di Niccolò, la gente ballava sul suo sangue. Quella persona lo ha voluto uccidere: preferirei che fosse giudicata da un tribunale italiano

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I genitori di Niccolò Ciatti con Eugenio Ciani; in alto, lo striscione a Palazzo Panciatich­i
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