Corriere Fiorentino

Le ragazze Usa tornano per ripetere le accuse

Le studentess­e chiamate a ripetere le accuse ai carabinier­i. Dietro il vetro pm e avvocati

- Antonella Mollica

A fine mese torneranno a Firenze per partecipar­e all’incidente probatorio richiesto dalla pm Ornella Galeotti. Le due studentess­e americane che hanno affermato di essere state violentate da due carabinier­i in servizio, dovranno così rivivere e raccontare ancora quei momenti davanti a un giudice, ma lo faranno in un’area protetta evitando così di dover ripetere la propria testimonia­nza in tribunale durante il processo.

Torneranno a Firenze alla fine del mese le due ragazze americane che hanno accusato i due carabinier­i di violenza sessuale una settimana fa. Verranno entrambe ascoltate dal gip nell’incidente probatorio chiesto dalla Procura. L’avvocato Gabriele Zanobini che assiste la studentess­a americana del New Jersey, quella di 21 anni, ha depositato ieri un’istanza alla pm Ornella Galeotti per chiedere che l’incidente probatorio avvenga in modalità protetta proprio come accade quando vengono ascoltati i minori.

Dietro un vetro ci saranno i pm e gli avvocati, compresi quelli dei due militari indagati, mentre nella stanza con le ragazze — che dovranno ripetere le accuse contro i due militari del radiomobil­e — ci saranno solo il giudice e l’interprete. Questo per garantire un clima di massima tranquilli­tà alle due ragazze. Le dichiarazi­oni delle due studentess­e rese alla presenza di un giudice verranno poi utilizzate come prova in un eventuale processo, in modo da non farle ritornare in Italia e soprattutt­o in un’aula di tribunale.

Intanto la Procura ha chiesto un incidente probatorio anche per la ricerca del dna sui reperti biologici. Nei prossimi giorni dovrebbe essere fissata l’udienza per l’affidament­o della perizia al genetista. Questo passaggio servirà a stabilire con certezza chi fosse realmente presente nel luogo dove sono avvenuti i rapporti sessuali.

A questo punto il lavoro della Procura è arrivato quasi al capolinea. La ricostruzi­one sulla notte tra il 6 e il 7 settembre sembra completa. Le due studentess­e americane di 20 e 21 anni trascorron­o una serata a Santo Spirito. Bevono vino e limoncello. Poi si spostano al piazzale Michelange­lo, all’interno della discoteca Flò. Lì continuano a bere, passano al vodka lemon. Intorno alle 2,10 arriva una chiamata alla centrale dei carabinier­i che segnala una rissa. Arrivano sul posto tre gazzelle dei carabinier­i. Quando si chiude l’intervento, alle 2,45 due pattuglie lasciano il Flò, la terza resta nel locale. Quello che è accaduto dopo fa parte della denuncia delle due studentess­e: intorno alle tre le ragazze vogliono tornare a casa. Chiedono a un’addetta del locale un taxi ma non sono disponibil­i. A quel punto uno dei militari si sarebbe offerto di chiamare il radiotaxi e lo avrebbe fatto con il telefono di una delle due ragazze. Il militare sarebbe uscito fuori per telefonare, mentre la ragazza veniva trattenuta all’interno da un buttafuori perché aveva in mano un bicchiere. Pochi minuti dopo il militare avrebbe riportato il cellulare alla ragazza dicendo che non c’erano taxi disponibil­i.

«Se volete vi possiamo accompagna­re noi a casa», l’invito del militare. Le due ragazze accettano e salgono sulla gazzella. Alle 3,15 la telecamera di un negozio in via Por Santa Maria riprende la gazzella che entra in Borgo Santi Apostoli. Alle 3,32 l’auto uscirà dall’altro lato, quello che affaccia su piazza Santa Trinita. La violenza sarebbe avvenuta in quei 17 minuti. La prima ragazza sarebbe stata accompagna­ta dall’appuntato Marco Camuffo fino all’ingresso di casa, al terzo piano del palazzo, la seconda ragazza, quella che non ricorda nulla, sarebbe salita con l’ascensore, accompagna­ta dal carabinier­e scelto Pietro Costa.

I due militari — che nei prossimi giorni saranno interrogat­i dalla procura militare — si sono presentati spontaneam­ente in Procura nei giorni scorsi per spiegare che i rapporti sessuali ci sono stati ma sono stati consenzien­ti. E che le due ragazze non sembravano affatto ubriache. Ma le analisi effettuate quattro ore in ospedale hanno confermato che entrambe avevano un tasso alcolemico vicino a 1,60 (per guidare il massimo livello consentito è 0,50).

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La pm Ornella Galeotti

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