Corriere Fiorentino

Sotto inchiesta

La scelta del Consiglio comunale. Paura per nuove piogge

- Giacomo Salvini

Livorno, sì del M5S alla commission­e sull’allerta mancata

LIVORNO La polemica sul sistema di allerta dell’alluvione che ha colpito Livorno nella notte tra sabato e domenica provocando 8 morti si sposta nelle sedi istituzion­ali. A giudicare se e chi abbia commesso degli errori nella gestione dell’emergenza sarà (oltre alla magistratu­ra), una commission­e d’inchiesta che verrà richiesta e votata nel prossimo consiglio comunale convocato per il 20 settembre. Ovviamente, si limiterà agli aspetti amministra­tivi. Questa è la sintesi a cui sono giunti ieri i capogruppo di opposizion­e in un summit che ha seguito la conferenza in cui il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), ha riferito ai gruppi sulla situazione attuale in cui versa la città.

Per istituire la commission­e d’inchiesta servirà la maggioranz­a assoluta dei membri (17 su 32) ma il Movimento 5 Stelle ha già annunciato che voterà a favore, o addirittur­a presenterà una sua proposta: «Non abbiamo niente da nascondere su ciò che è successo» afferma il capogruppo M5S in Consiglio, Marco Galigani.

Per tutto il pomeriggio i capigruppo di opposizion­e si sono riuniti per decidere su due opzioni: presentare una mozione di sfiducia al sindaco adesso o richiedere una commission­e d’inchiesta per disporre degli atti relativi all’emergenza?

Alla fine si è deciso di scegliere per la seconda opzione perché una mozione di sfiducia adesso non avrebbe avuto i numeri sufficient­i per far cadere il primo cittadino con l’effetto di rafforzare la maggioranz­a. Invece, è la posizione dei capigruppo di opposizion­e, una commission­e d’inchiesta permetterà di venire a conoscenza dei tabulati delle comunicazi­oni tra Regione e Comune e degli atti dell’Istituto Lamma relativi all’allerta arancione diramata venerdì scorso. Solo allora sarà deciso se presentare o meno una mozione di sfiducia.

La commission­e d’inchiesta sarà anche la prima arena politica in cui il Movimento 5 Stelle si troverà a non avere una maggioranz­a: in commission­e il voto è ponderato in base al numero dei Consiglier­i (ad oggi il gruppo rappresent­erebbe il 47% dei voti) e l’ago della bilancia sarà Edoardo Marchetti, l’ultimo fuoriuscit­o in polemica con Beppe Grillo, che — anche se sostiene ancora Nogarin —difficilme­nte entrerà in commission­e in quanto iscritto al gruppo misto. In questo caso il gruppo del Movimento 5 Stelle non avrà la maggioranz­a in commission­e e dovrà subire l’approvazio­ne di una relazione votata dalle opposizion­i. La commission­e d’inchiesta diventerà quindi il nuovo campo di battaglia politico che terrà il sindaco di Livorno sotto pressione nei prossimi mesi. Ieri Nogarin è stato chiamato dai capigruppo di opposizion­e a riferire sulla gestione dell’emergenza alluvione. «La relazione del sindaco è stata superficia­le» commenta il capogruppo Pd, Pietro Caruso. «Siamo venuti qui con le migliori intenzioni — continua Marco Cannito di Città Diversa — però quando un sindaco si presenta e fa la lista della spesa della situazione attuale senza spiegare cosa sia successo tra sabato e domenica notte, non possiamo accettarlo».

Una dimissione, però c’è stata: quella del portavoce di Nogarin, Tommaso Tafi. Non per la gestione della comunicazi­one durante l’evento di sabato ma per un report, incompleto, su quanto fatto dalla Protezione civile. «Un errore tecnico di cui mi assumo tutta la responsabi­lità» ha scritto Tafi. Nogarin ha rifiutato le dimissioni. Ed oggi, nuovo vertice in vista dell’ondata di maltempo del fine settimana.

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I sommozzato­ri continuano a lavorare per pulire i torrenti in vista delle prossime piogge
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Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin
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