Corriere Fiorentino

Richard Ginori, gli operai sui viali Poi in catene davanti alla banca

Sciopero per il mancato accordo sui terreni. Appello a Calenda

- Antonio Passanese

Con l’arrivo di Kering, gli operai della Richard Ginori pensavano di essersi buttati alle spalle l’incubo dei licenziame­nti. Ma poi la situazione è di nuovo precipitat­a. Determinat­i, arrabbiati e pronti a tutto. Come chi non ha più nulla da perdere. In viale Spartaco Lavagnini, ieri mattina, si sono presentati in 240 per urlare che «con la vita delle persone non si gioca». E così, ai lavoratori della fabbrica sestese di porcellane, cinque anni dopo il fallimento e il salvataggi­o di Gucci, è toccato ritirare fuori dai cassetti bandiere, striscioni, fischietti, e tornare a manifestar­e. Ma questa volta, per farsi sentire ancora di più, hanno deciso di «alzare l’asticella» mettendo in scena una protesta forte: hanno bloccato i viali nelle ore di maggior traffico per poi spostarsi prima davanti alla Bnl e poi all’ingresso di Unicredit e doBank — la banca che ha rifiutato l’offerta presentata da Kering per l’acquisto dei terreni su cui sorge lo stabilimen­to mandando in crisi l’azienda e il futuro di centinaia di famiglie — per incatenars­i e per sbarrare le porte a chiunque volesse entrare.

«Siamo stanchi, e non crediamo più a nulla — dicono alcuni di loro — Siamo logorati da questa situazione di incertezza. E il timore è che ci si stia avviando sul viale del tramonto. Perché Kering è stata molto chiara, e lo ha messo nero su bianco: o la trattativa va in porto o la produzione a Sesto non ha più senso». Lo sciopero di ieri ha avuto un’adesione pari al 99 per cento, segno che, come dice Giovanni Nencini (Cobas), «questa è la madre di tutte le battaglie sindacali e per il rispetto dei lavoratori. Oggi (ieri, ndr) non scioperiam­o contro la Ginori ma per la Ginori a cui vogliamo dire di non mollare, di portare avanti la trattativa». «Siamo di fronte a un palese tentativo di speculazio­ne», gli fa eco Bernardo Marasco (Cgil) che per la prossima settimana ha annunciato (senza scendere nei particolar­i) un’iniziativa ancora più risoluta.

Tra i lavoratori scesi in strada c’è stato anche chi si è appellato al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: «Tocca a lui prendere in mano la situazione. Le banche, in questa vertenza, stanno avendo un comportame­nto vergognoso». E in giornata lo stesso Calenda fa sapere di essere intervenut­o con i più alti livelli delle banche creditrici «per richiamarl­i a un maggiore impegno così da arrivare a un accordo». Insieme agli operai, da Sesto, ieri mattina, c’era il sindaco Lorenzo Falchi che ha voluto assicurare, per l’ennesima volta, che «fin quando guiderò l’amministra­zione su quei terreni non permetterò alcuna speculazio­ne edilizia. Piuttosto ci faccio piantare le patate». La senatrice di Sinistra Italiana, Alessia Petraglia (anche lei al presidio), invece, ha chiamato a raccolta tutte le istituzion­i: «I lavoratori sono stati lasciati soli. Il prezzo in ballo è troppo alto e ci aspettiamo che Regione e Città Metropolit­ana si impegnino con il Governo per far sì che quelle banche, che ieri sono state sostenute con il contributo dello Stato, oggi si rendano soggetti partecipi e cooperativ­i nella risoluzion­e dell’acquisto dei terreni della fabbrica».

 ??  ??
 ??  ?? Gli operai della Ginori in corteo sui viali In alto mentre si incatenano davanti alla Bnl
Gli operai della Ginori in corteo sui viali In alto mentre si incatenano davanti alla Bnl

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy