Protesta anti Dalai Lama, la Questura dice sì ai cinesi
Confermata la manifestazione del 19 settembre al Piazzale
Non ci sono ostacoli burocratici o di sicurezza, il corteo contro il Dalai Lama ci sarà. Una delegazione di associazioni cinesi, rappresentate dall’avvocato Tiziano Veltri, ha incontrato ieri pomeriggio i dirigenti della questura: piazzale Michelangelo vedrà andare in scena una manifestazione di cittadini cinesi contro il Dalai Lama.
«Succederà il 19 settembre, dalle 14 alle 17», spiega l’avvocato Veltri. Nelle stesse ore in cui leader dei buddhisti tibetani riceverà l’onorificenza del «Sigillo della pace» dal sindaco Dario Nardella, per poi partecipare ad una serie di dibattiti all’Obi Hall. La protesta dei cittadini cinesi che abitano a Firenze nasce da una precisa rivendicazione: per loro, in continuità con i dettami della propria patria, il Dalai Lama non è un soltanto un leader spiritale, ma anche e soprattutto un’eminente figura politica che combatte una causa avversa alla loro.
La protesta, come avvenne a Milano a ottobre in occasione della consegna della cittadinanza onoraria al leader religioso, corre sul filo dell’irritazione della Repubblica popolare cinese rispetto alla riconoscibilità che il capo religioso riesce ad ottenere all’estero nella sua lotta per l’indipendenza del Tibet. Come annunciato nei giorni scorsi, alcune associazioni economiche orientali del territorio — dopo aver appreso la notizia della partecipazione del Dalai Lama al Festival delle Religioni — si erano organizzate per preparare una manifestazione, così come accade nelle principali città internazionali in queste occasioni. Dopo aver raccolto le prime adesioni le associazioni sono passate al piano operativo, preparando la documentazione per l’occupazione di suolo pubblico e la segnalazione alla questura.
A far sentire la propria voce da dal piazzale Michelangelo saranno presumibilmente centinaia di persone, dato che la promozione della manifestazione fa affidamento sul tam tam di «WeChat», collegando e chiamando a raccolta anche cittadini cinesi dalle principali città d’Italia.