Livorno, nuova allerta arancione E stavolta Nogarin dà l’allarme
Il Comune chiude le scuole, distribuisce sacchi di sabbia e telefona ai cittadini: «Non uscite»
Nemmeno una settimana dal nubifragio che nella notte tra il 9 e il 10 settembre ha devastato Livorno, provocando 8 morti, e a Livorno torna la paura. Nel primo pomeriggio di ieri, infatti, la Regione Toscana ha diramato una nuova allerta arancione — la stessa di una settimana fa — per la notte quando erano previsti temporali e rovesci anche molto intensi fino a 80 mm di pioggia, ma non si esclude che nella giornata di oggi si possa superare questo dato. Così nel briefing giornaliero tra Comune, Protezione civile e vigili del fuoco, sono state prese misure eccezionali per rispondere alla nuova emergenza: oggi resteranno chiuse le scuole a Livorno e Collesalvetti, mentre ieri sera sono stati distribuiti sacchi di sabbia da posizionare davanti alle abitazioni e ai negozi e il Comune ha invitato gli abitanti delle zone più a rischio allagamenti a spostare le proprie auto nel grande parcheggio di Porta a Terra. Infine, è stato predisposto un presidio fisso lungo il Rio Maggiore e il Rio Ardenza e perfino la commemorazione a un anno dalla morte di Ciampi è stata rinviata.
E così, dal pomeriggio di ieri è partita la corsa contro il tempo per mettere in sicurezza la città. Rispetto alla settimana scorsa, ieri è stato messo in moto l’alert system e nelle case dei livornesi è arrivata anche la chiamata del Comune con il consiglio di «non uscire di casa, andare ai piani alti in caso di emergenza ed evitare i corsi d’acqua». La stessa richiesta è arrivata dal governatore della Regione, Enrico Rossi, che durante una conferenza stampa a Pisa ha spiegato il funzionamento del sistema di allerta e ribadito le norme di comportamento da tenere in questi casi: «Dopo l’evento tragico di Livorno abbiamo deciso che quando l’allerta è grave sarà la Giunta regionale a impegnarsi direttamente nella comunicazione alla popolazione, senza naturalmente sostituirci in alcun modo alla responsabilità dei sistemi locali di protezione civile». Durante la notte dell’alluvione di una settimana fa, la Regione aveva più volte comunicato l’emergenza ma l’alert system non era mai stato attivato da parte del Comune di Livorno e così stavolta Rossi ha scelto di parlare direttamente ai livornesi.
Intanto ieri il Consiglio dei Ministri ha anche dichiarato lo stato di emergenza e stanziato 15,5 milioni di euro per la ricostruzione. Durante tutta la settimana, inoltre, sono andati avanti i lavori per ripulire e rimettere in sesto la città soprattutto nei quartieri più colpiti, ovvero Salviano, Ardenza, Collinaia, Monterotondo e Montenero (Livorno Sud). Il Rio Maggiore, dopo l’ultima ispezione dei sommozzatori di giovedì, risulta perfettamente pulito mentre il sistema fognario è ancora fortemente debilitato: ieri pomeriggio, circa 80 km di fogne bianche erano ancora intasati. «Abbiamo cercato di ripulirle più in fretta possibile — spiegano dal Comune — ma poi sono state sporcate nuovamente dai cittadini che dovevano svuotare le cantine e le abitazioni dai detriti». Per questo, è stata decisa la chiusura di tutte le scuole: con un sistema fognario intasato, bastano pochi millimetri di pioggia per allagare le strade provocando danni e disagi alla viabilità cittadina.
Durante tutta la settimana è rimasto all’opera un tavolo permanente tra Protezione Civile e Comune per vigilare sulla nuova allerta. Ma fino a ieri, dal Comune facevano sapere di non essere preoccupati poiché le condizioni meteo prevedevano per il fine settimana «cielo coperto con piogge leggere». Poi ieri l’improvviso dietrofront che ha costretto cittadini e protezione civile all’ennesima corsa contro il tempo. Anche per questo non si placano le polemiche politiche sul sistema di allerta e sulla gestione dell’emergenza. Il Partito Democratico ha chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco per le sue «manifeste incapacità» ovvero «non essere stato all’altezza di governare la città, di gestire le difficoltà della ricostruzione e di essersi dimostrato non il sindaco di tutti ma un polemista da talk show». Nel consiglio comunale convocato per la prossima settimana sarà votata una commissione d’indagine che cercherà di capire cosa non ha funzionato nella notte tra il 9 e il 10 settembre. Sperando che la pioggia intanto regali un po’ di tregua.
Il «commissariamento» di Rossi «Abbiamo deciso che quando l’allerta è grave saremo noi a impegnarci direttamente nella comunicazione alla popolazione»