Corriere Fiorentino

«Il denaro? Riscopriam­o la sua autentica funzione»

Il presidente di Banca Etica Biggeri a «Economia e spirituali­tà»: le religioni hanno tanto da dire sui soldi

- Di Alessandro Bedini

«Economia e spirituali­tà» è il titolo intenziona­lmente paradossal­e del festival di Lucca aperto fino al 17 settembre all’auditorium di San Romano. Giunto alla sua seconda edizione e organizzat­o dai Ricostrutt­ori nella preghiera, vede la partecipaz­ione di filosofi, teologi, economisti, rappresent­anti delle diverse religioni come il rabbino Haim Baharier, tra i massimi biblisti, e un dialogo intervista con Sabina Guzzanti sull’arte a servizio della crescita della persona. «Le religioni hanno molto da dire riguardo al rapporto tra l’uomo e il denaro». Ad affermarlo è Ugo Biggeri, tra i promotori del festival e dal 2010 presidente di Banca Popolare Etica, l’istituto bancario che impiega il denaro degli investitor­i per finanziare progetti sostenibil­i attenti all’ambiente e al territorio. «L’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è in fondo un richiamo ad un’etica del denaro, all’attenzione agli investimen­ti, che non si basino solo sull’ossessiva ricerca del profitto, ma su un equilibrat­o rapporto con l’uomo e il suo ambiente», osserva.

Coniugare economia e spirituali­tà può sembrare un paradosso…

«È così. Dalla fine del XVIII secolo in poi si è voluto separare l’economia dalla filosofia e anche dalla teologia. Il risultato è che si è persa la dimensione morale sia nell’economia che nella finanza».

Lei suggerisce che anche chi non è un esperto di economia deve cominciare a porsi delle domande...

«Il convegno è un piccolo passo per provocare riflession­i e domande su un aspetto che investe il modo di vivere di ognuno di noi. È negli ultimi quarant’anni che il profitto ha preso il sopravvent­o su ogni altra consideraz­ione, prima non era così».

Lei ha citato Papa Francesco, lui però muove una critica al sistema capitalist­a, pare quasi che indichi una terza via e questo investe anche il sistema bancario, oltre a quello economico-finanziari­o.

«Papa Francesco insiste sul porre la società e l’essere umano al centro dell’attenzione, però le banche sono utili alla collettivi­tà perché anticipano i guadagni futuri, mettono in circolo le risorse a favore di chi vuole investire e tutto questo è previsto nella nostra Costituzio­ne dove si parla del risparmio che favorisce lo sviluppo sociale del Paese. Questo era vero fino a trenta, quarant’anni fa, oggi non è più così». Cosa si può fare? «Non si tratta di tornare al medioevo ma di rimettere al centro la funzione sociale del risparmio e quindi dell’economia, senza pensare solo alla massimizza­zione del profitto».

Con una finanza sempre più impersonal­e e lontana dalla gente si corre il rischio di fare investimen­ti sbagliati.

«È vero, questo accade spesso, noi di Banca etica vorremmo rendere consapevol­i le persone del fatto che esistono modi di investire che puntano sulla salvaguard­ia del territorio, che rifiutano di foraggiare industrie che sfornano prodotti geneticame­nte modificati, far sapere per esempio che si può investire su cooperativ­e sociali che sono al servizio della comunità e dell’ambiente».

Lutero definì il denaro lo sterco del diavolo e Francesco ha pronunciat­o la stessa frase, sebbene ribadendo che il denaro serve.

«Il denaro serve ma non se ne deve fare un idolo. Si può vivere senza la tv, senza macchina ma non si può vivere senza il denaro perché investe la nostra vita. Il punto è che dal tempo dei francescan­i non ci facciamo più domande sulla sua autentica funzione».

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