Corriere Fiorentino

LA LIBERTÀ FASULLA (TRA MITI E REALTÀ)

- di Paolo Ermini

Mario Soldati: «Le case erano soprattutt­o luoghi di dolcezza e di umanità. Le ragazze avevano toccato il fondo della realtà: ecco perché erano intelligen­ti e perché erano caritatevo­li e gentili». Alberto Sordi: «Le case che frequentav­o erano molto belle e ben arredate e le ragazze straordina­rie e sempre molto eleganti. Era come andare a casa di amici, si prendeva il tè e qualche volta si rimaneva a cena». Forse sono queste le scene, le inquadratu­re che hanno in mente quelli che hanno criticato il sindaco di Firenze per l’ordinanza che intende combattere la prostituzi­one colpendo i clienti che contrattan­o in strada. Anche Graziano Cioni, l’ex «Sceriffo» che ha ironicamen­te attaccato Nardella come «apprendist­a sceriffo», vorrebbe tornare ai bordelli del tempo che fu, pare: «La prostituzi­one da marciapied­e non va bene… Dovrebbe essere fatta un’indagine sullo sfruttamen­to da parte delle organizzaz­ioni criminali, emettere una circolare che vieta di esercitare in determinat­i luoghi nel rispetto della popolazion­e residente, abolire la legge Merlin per dare la possibilit­à di esercitare questa antica profession­e in luoghi sicuri con tanto di controlli igienico-sanitari». Ma vi immaginate un casino popolato da ragazzine nigeriane e gestito da clan dell’Est europeo? Vi immaginate dolcezza e umanità? Vi vedete seduti a tavola per la cena dopo aver fatto sesso? E sai che controlli igienico-sanitari…

Soldati e Sordi ci hanno lasciato tracce di un’Italia sparita, sparita per sempre. E non solo per la legge della senatrice Merlin che tolse le catene alle finestre e abolì le case chiuse. La prostituzi­one ormai è diventata racket, schiavitù, violenza quotidiana. È diventata tratta umana dai Paesi della povertà e della disperazio­ne, come lo stesso Cioni riconosce. Ogni vita è un racconto a sé, di disperazio­ne e solitudine. Ma tutti i racconti si somigliano, come quello che oggi Jacopo Storni fa della giovane nigeriana a pagina 3: «Mi avevano detto che qui avrei potuto realizzare il mio sogno, quello di fare la parrucchie­ra». È finita a fare la puttana. Senza che nessuno le chiedesse neppure di carezzargl­i i capelli. Si è mossa anche Vladimir Luxuria contro la scelta di Palazzo Vecchio. «È una misura illiberale, che va contro la libertà personale di chi intende avere con i suoi soldi una prestazion­e sessuale da una prostituta, a patto ovviamente che sia adulta e consenzien­te». Adulta? Consenzien­te? Chissà se in questa categoria adesso o un giorno vicino rientrerà anche la parrucchie­ra mancata arrivata dall’Africa.

Ma di quale libertà si parla? Luxuria & C. sono mai andati nelle strade di Rifredi, di Novoli o di qualsiasi altra periferia di qualsiasi altra grande città italiana? Lo hanno mai visto il mercato della carne che lì si svolge ogni notte? E non hanno mai pensato a quelli che sventurata­mente abitano lì. E magari hanno figli piccoli, e magari devono anche uscire o rientrare con loro quando è buio. «Bigottismo», tuona Luxuria. Ma lei a quei ragazzi che direbbe? Non c’è libertà dove non c’è dignità. Ed è la dignità di chi ci vive che fa il decoro di una città.

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