LA LIBERTÀ FASULLA (TRA MITI E REALTÀ)
Mario Soldati: «Le case erano soprattutto luoghi di dolcezza e di umanità. Le ragazze avevano toccato il fondo della realtà: ecco perché erano intelligenti e perché erano caritatevoli e gentili». Alberto Sordi: «Le case che frequentavo erano molto belle e ben arredate e le ragazze straordinarie e sempre molto eleganti. Era come andare a casa di amici, si prendeva il tè e qualche volta si rimaneva a cena». Forse sono queste le scene, le inquadrature che hanno in mente quelli che hanno criticato il sindaco di Firenze per l’ordinanza che intende combattere la prostituzione colpendo i clienti che contrattano in strada. Anche Graziano Cioni, l’ex «Sceriffo» che ha ironicamente attaccato Nardella come «apprendista sceriffo», vorrebbe tornare ai bordelli del tempo che fu, pare: «La prostituzione da marciapiede non va bene… Dovrebbe essere fatta un’indagine sullo sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali, emettere una circolare che vieta di esercitare in determinati luoghi nel rispetto della popolazione residente, abolire la legge Merlin per dare la possibilità di esercitare questa antica professione in luoghi sicuri con tanto di controlli igienico-sanitari». Ma vi immaginate un casino popolato da ragazzine nigeriane e gestito da clan dell’Est europeo? Vi immaginate dolcezza e umanità? Vi vedete seduti a tavola per la cena dopo aver fatto sesso? E sai che controlli igienico-sanitari…
Soldati e Sordi ci hanno lasciato tracce di un’Italia sparita, sparita per sempre. E non solo per la legge della senatrice Merlin che tolse le catene alle finestre e abolì le case chiuse. La prostituzione ormai è diventata racket, schiavitù, violenza quotidiana. È diventata tratta umana dai Paesi della povertà e della disperazione, come lo stesso Cioni riconosce. Ogni vita è un racconto a sé, di disperazione e solitudine. Ma tutti i racconti si somigliano, come quello che oggi Jacopo Storni fa della giovane nigeriana a pagina 3: «Mi avevano detto che qui avrei potuto realizzare il mio sogno, quello di fare la parrucchiera». È finita a fare la puttana. Senza che nessuno le chiedesse neppure di carezzargli i capelli. Si è mossa anche Vladimir Luxuria contro la scelta di Palazzo Vecchio. «È una misura illiberale, che va contro la libertà personale di chi intende avere con i suoi soldi una prestazione sessuale da una prostituta, a patto ovviamente che sia adulta e consenziente». Adulta? Consenziente? Chissà se in questa categoria adesso o un giorno vicino rientrerà anche la parrucchiera mancata arrivata dall’Africa.
Ma di quale libertà si parla? Luxuria & C. sono mai andati nelle strade di Rifredi, di Novoli o di qualsiasi altra periferia di qualsiasi altra grande città italiana? Lo hanno mai visto il mercato della carne che lì si svolge ogni notte? E non hanno mai pensato a quelli che sventuratamente abitano lì. E magari hanno figli piccoli, e magari devono anche uscire o rientrare con loro quando è buio. «Bigottismo», tuona Luxuria. Ma lei a quei ragazzi che direbbe? Non c’è libertà dove non c’è dignità. Ed è la dignità di chi ci vive che fa il decoro di una città.