Corriere Fiorentino

Chiesa incanta il Franchi. Ora la Juve

Super gol di Fede: sì, sembravo papà

- Bardazzi, Guetta, Rossi

Fiorentina-Bologna 2-1

Un gran gol di Chiesa e il primo gol viola di Pezzella: la Fiorentina soffre ma vince ancora. E ora sfida alla Juve.

Cuore e rischi, il sabato thrilling della Fiorentina finisce tra gli applausi e con la Fiesole che canta «Chi non salta è bianconero». La sfida alla Juve di Bernardesc­hi è già lanciata, ma battere il Bologna è stata una faticaccia.

Per farlo, sono serviti un super gol di Chiesa in versione Enrico e il primo centro viola di Pezzella, il difensore che serviva per il dopo Gonzalo. «Il mio gol? Come quelli di papà», dice Federico subito dopo la partita. Il suo missile a fil di palo in effetti ha ricordato le decine di reti che segnava Enrico, in un mix di potenza e precisione diventato marchio di fabbrica della famiglia Chiesa. «Lasciamolo tranquillo, ascolta ancora poco cosa gli succede intorno», ripete come in un mantra Pioli, preoccupat­o che i titoloni sui giornali e le attenzioni del mercato cambino la mentalità acqua e sapone del suo giocatore. A proposito, la questione dell’adeguament­o del contratto andrà risolta in fretta. Perchè Chiesa è «felicissim­o a Firenze», ma nel calcio di oggi, il suo stipendio da «appena» 400 mila euro, è destinato a diventare un ghiotto richiamo per le big d’Europa. Nel frattempo però il bis viola concesso sette giorni dopo la cinquina del Bentegodi, fa godere il Franchi e aggiunge pepe al mercoledì torinese della Fiorentina: «Vincere è stata una prova di maturità — aggiunge Pioli — abbiamo saputo soffrire, ci siamo innervosit­i ma alla fine ce l’abbiamo fatta: questa squadra ha talento e potrà solo crescere».

Primo tempo brutto, con il Bologna rintanato e organizzat­o nello stoppare la manovra viola e ripartire grazie al sempreverd­e Palacio. Simeone e Thereau girano a vuoto, mentre Chiesa macina chilometri ma pecca di egoismo in almeno un paio di occasioni. La manovra viola è lenta e senza sbocchi, anche perché Benassi gira a vuoto e finisce col pestarsi i piedi con gli altri centrocamp­isti. Pioli però a inizio ripresa fa la mossa giusta: dentro Gil Dias e fuori proprio Benassi. La partita finalmente si stappa, il ritmo aumenta e le emozioni fioccano: Gil Dias (quando parte dalla panchina riesce sempre a essere incisivo) crea problemi alla difesa, poi Chiesa sfonda la porta rossoblù e festeggia abbracciat­o ai tifosi di Maratona. Il Franchi rimbomba di gioia e anche Matteo Renzi (in tribuna con l’ex viola Passarella) si alza dalla sua poltrona per darsi alla pazza gioia. L’urlo viola però viene strozzato nel giro di un minuto: Palacio infatti si tocca con Astori e segna indisturba­to. Pioli protesta, vorrebbe l’intervento del Var per annullare il gol, ma l’arbitro Valeri è inflessibi­le: 1-1. Qui però lo stadio diventa il valore aggiunto e spinge la Fiorentina all’assalto finale: Pezzella, su azione d’angolo, trova di testa il nuovo vantaggio, prima che il finale resti comunque affannoso. Donadoni chiama dentro un’altra punta (Petkovic) e il giovane Okwonkwo, Pioli si spaventa si copre con Hugo al posto di Thereau: «Mi serviva fisicità», spiega lui. La tattica diventa un’inatteso e guardingo 5-4-1, ma la (troppa?) prudenza viola lascia comunque spazio ai brividi quando Palacio colpisce il palo dopo un erroraccio di Veretout.

Cuore e grinta, talento e ingenuità. Questa baby Fiorentina è ancora pasticcion­a, ma piace alla gente per la sua voglia di fare. Di imporsi. Di vincere. Ci proverà anche a Torino, pur sapendo che il pronostico è chiuso, che la Juve è più forte e che lo Stadium concede poco o niente. L’incoscienz­a però è la virtù dei giovani. La stessa che è servita a Fede per copiare papà e mandare un messaggio all’amico Berna.

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Stefano Pioli ha vinto la sua seconda partita sulla panchina della Fiorentina

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